Ci sono buone notizie nella lotta al melanoma, il tumore maligno della pelle, una scoperta fatta dai ricercatori dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma in collaborazione con colleghi americani. Si tratta della proteina HINT1, composto organico che potrebbe favorire la sconfitta del melanoma.

Alessandro Sgambato e la sua èquipe dell’Istituto di Patologia Generale dell’Università Cattolica, insieme ai colleghi del Cancer Center della Columbia University di New York e del Dipartimento di Oncologia Medica del Dana Farber Cancer Institute della Harvard University di Boston, hanno scoperto che questa proteina, solitamente assente, ridotta o disattivata in molti casi di tumore della pelle, se riattivata può arrestare la crescita delle cellule malate. Una disfunzione che secondo gli esperti riguarda il 40% dei casi di melanoma.

Al centro della ricerca, pubblicata su Cell Cycle, un tumore maligno molto aggressivo, il melanoma. Di origine melanocita, ovvero le cellule dell’epidermide che producono la melanina, il melanoma insorge frequentemente su un neo preesistente ma può comparire anche de novo, dai melanociti normali della pelle.

Una malattia molto aggressiva e frequente, la cui incidenza è cresciuta negli ultimi decenni a un ritmo superiore a quello di qualsiasi altro tipo di tumore.

Benché sia raro contrarlo prima della pubertà, il melanoma colpisce soggetti tra i 30 e i 60 anni: solo nel nostro Paese ogni anno vengono registrati circa 7 mila nuovi casi, con 1.500 decessi; a livello mondiale, negli ultimi 10 anni, sono stati stimati 100.000 nuovi casi l’anno, un aumento di circa il 15% rispetto al decennio precedente. Ciò che preoccupa in maniera sensibile è come l’età dei malati si stia abbassando progressivamente: se fino a 10 anni fa i giovani rappresentavano solo il 5% dei casi, oggi il 20% dei casi riguarda pazienti tra i 15 e i 39 anni, incremento che è stato attribuito sia a una scorretta esposizione solare durante l’infanzia, sia all’uso esagerato delle lampade solari.

La proteina Hint1 (Histidine triad nucleotide-binding protein 1) è un oncosoppressore, o antioncogene, che inibisce la trasformazione maligna di una cellula normale.

Spiega Alessandro Sgambato: «In questo studio abbiamo dimostrato che può tenere sotto controllo due importanti oncogeni (geni che promuovono lo sviluppo di un tumore), quali la ciclina D1 e BCL2, che favoriscono la trasformazione di cellule normali in cellule di melanoma».

 

Giulia DONDONI