Cambio della guardia, e anche cambio di colori per il governo danese.
Nelle ultime elezioni, la Danimarca si è tinta di rosso con la vittoria della coalizione di sinistra – che comprende due partiti socialisti e la federazione rosso-verde sul fianco sinistro – ma anche di rosa perché il nuovo premier è una donna: Helle Thorning Schimidt.
Periodo di svolte per il paese, dopo 10 anni di governo di centro-destra e dopo 96 di uomini al potere, quelli intercorsi fra il momento in cui le donne danesi hanno ottenuto il diritto al voto e l’elezione di una di loro a primo ministro.
La Schimidt ha battuto il rivale Rasmussen soprattutto sul piano di riforma economica, proponendo fra le altre cose dodici minuti al giorno di lavoro in più – per un totale di un’ora di produttività extra la settimana – che aiuterebbe la ripresa, e decisivi provvedimenti sul sistema pensionistico.
Il popolo danese ha accolto con fiducia il nuovo mandato, carico di aspettative ed eccitato all’idea che qualcosa per forza dovrà cambiare avendo al vertice una donna, per giunta di sinistra.
Non si sa come andrà a finire, ma di sicuro si sa come inizia. Ribattezzata dalla stampa “la Gucci rossa”, Helle Thorning Schimidt, non permette alla sua avvenenza di intralciarle il cammino e fa il suo ingresso in una nuova fase della politica danese promettendo professionalità e rigore, e non soltanto sfoggio di look griffato.
Si commuove davanti ai suoi sostenitori e si augura di assolvere ai suoi compiti nella maniera più leale possibile.
Roberta Restretti