L’artista americana Marni Kotak, 36 anni, trascorrerà le ultime cinque settimane della sua prima gravidanza chiusa nella galleria Microscope di New York, in attesa di partorire.
In questo spazio – allestito per l’occasione con una vasca per il parto, un comodo tappeto in tessuto ruvido, una sedia a dondolo dove Marni veniva cullata, neonata, dalla mamma, il letto della nonna dove Baby X è stato concepito – Marni intende partorire naturalmente, assistita da un’ostetrica e dal compagno e padre di Baby X, Jason Robert Bell, a artista come lei.
La performance del parto – perché di questo si tratta – avverrà quindi in pubblico e in diretta. Ma il progetto è molto più ambizioso.
Marni intende infatti trasformare l’intero percorso di crescita di un figlio in un’opera d’arte, documentandolo giorno per giorno, momento per momento, dalla nascita, appunto, fino al raggiungimento della maggiore età, anzi fino al college: di Baby X sapremo cosa mangia, cosa indossa, dove vive, chi si occupa della sua salute, come gioca, viaggia, si diverte, come viene educato e amato. Il tutto sarà correlato da riflessioni di Marni e da una ricca galleria fotografica.
Marni non è nuova a progetti bizzarri: in passato ha messo in scena la perdita della sua verginità sui sedili posteriori di un’auto e persino la veglia funebre del nonno.
Va bene per la perdita della verginità, e anche per il povero nonno, che – pace all’anima sua – non avrà avuto modo di protestare. Ma Baby X come vivrà il fatto di stare costantemente sotto i riflettori, quando sarà abbastanza grande da capire cosa gli sta succedendo?
Livia Buseghin