L’autunno meneghino si colora con la Milano Fashion Week, un tripudio di tinte domina le passerelle che all’ombra della madonnina mettono in scena le collezioni primavera/estate 2013.
Briosità, allegria, multiculturalismo che sciccheria ma il colore dell’abito può influenzare il nostro atteggiamento o viceversa?
Quanti sono soliti dire: “Ho un umore nero” per indicare uno stato d’animo notevolmente alterato. E’ nostra prassi comune, fa parte delle abitudini proprie del nostro substrato sociale, associare un determinato tono a uno stato d’animo: giallo gelosia, nero umore scuro, rosso passione e via dicendo.
E’ indubbio che le nuance influiscano sul temperamento, nel corso dei secoli si è scoperto in maniera sperimentale, accidentale o religiosa che le colorazioni possono agire anche in profondità nella cura di organi malati, emettendo e sottraendo energia. Questa pseudoscienza, perché non riconosciuta, è la cromoterapia.
Disciplina nota dall’antico Egitto, scoperta dal dio Thot, quindi divina. Il popolo del Nilo faceva uso di minerali, pietre e cristalli colorati e dipingeva le pareti dei “sanatori”. Per gli Egizi ogni colore indicava una funzionalità (keM il nero era simbolo di fertilità), i Greci invece associavano ai toni i quattro elementi fondamentali e i fluidi del corpo (bile, sangue, flegma, bile nera).
Anche la scienza italiana moderna ha confermato queste intuizioni religiose, l’italiano Antonino Sciascia pioniere della ricerca sulla luce, medico e scienziato, nel 1894 dopo uno studio effettuato in maniera accademica sulla fototerapia (tecnica usata per curare le cicatrici da vaiolo con la luce pulsata) ne espose i benefici all’XI Congresso Medico Internazionale di Roma.
Per la terapia dei colori ogni organo emette onde elettromagnetiche che interagiscono con quelle degli altri, in armonia. Se le vibrazioni sono anomale il colore somministrato sotto forma di raggio luminoso le influenza in maniera positiva. Vediamo allora le proprietà dei colori primari:
Il blu calma, usato per il trattamento di neonati itterici, ripristinare l’efficienza del fegato, agisce sul sistema circolatorio ed ha proprietà antisettiche.
Il rosso, associato alla forza e alla vitalità è usato per reumatismi e artriti e depressioni.
L’arancione, libera le funzioni mentali, stimola la respirazione, aumenta la pressione arteriosa e rigenera il sistema nervoso.
Il verde, colore della natura simbolo di speranza ed equilibrio, disintossica e decongestiona l’organismo, ottimo per emicrania, nevralgia e febbre.
Il giallo, richiama l’intelletto, l’emisfero sinistro del cervello, stimola l’attenzione e l’apprendimento, acuisce la concentrazione, aiuta ed eliminare le tossine.
Solitamente chi pratica questa disciplina, considerata anche una tecnica della medicina ayurvedica, è solito abbinare i colori ai chakra (Sono 7 come i colori dell’arcobaleno). Questi sarebbero dei “punti di energia” posti, secondo teorie pseudoscientifiche e dottrinali, in corrispondenza di diverse ghiandole endocrine.
La terapia si pratica puntando una lampada a fasci di luce colorata su varie zone del corpo di un paziente (solitamente disteso). Per ottenere risultati migliori è necessario somministrare al soggetto molte combinazioni di colore diverse nell’arco di una seduta, è fondamentale quindi rivolgersi a un esperto dotato di tutta l’attrezzatura necessaria.
Martina PISASALE