di Caterina DAMIANO
La pornografia è una delle più diffuse (e richieste) categorie di internet.
L’aumento di utenti per tutti i siti che offrono video porno gratuitamente è sotto gli occhi di tutti, ed è oggetto tanto di critiche quanto di ironia. Mentre gli uomini sorridono sotto i baffi allo scoprire che quelli porno sono tra i siti più cliccati, le donne fanno rassegnate spallucce, consce che nessun uomo, nemmeno il proprio, è esule dal visitarne uno almeno una volta ogni tanto.
Solo in Italia, il 29% degli accaniti internauti, è frequentatore di siti porno.
Fondamentale inoltre è che la gran parte di essi sono giovani: già tra i 15 e i 16 anni si cominciano a cercare e visualizzare questi tipi di video, talvolta in modo giornaliero.
Nonostante questi grandi numeri e la leggerezza con cui se ne parla, secondo una recente ricerca dell’Università Degli Studi di Padova, è risultato che c’è poco da scherzare in materia. Perché, come accennavamo se una parte degli utenti è composta da gente adulta, una parte molto più consistente è quella composta da giovani privi di esperienza che risentono negativamente dell’influenza di tali video.
Secondo i dati, il 70% di coloro che si trovano davanti al web per il porno, soffre di problemi sessuali, o va incontro ad essi. Questo significa che le prestazioni sessuali dei giovani risultano compromesse, e i perché sono molti.
Innanzitutto, “saziare” il proprio desiderio tramite la pornografia diminuisce la capacità di relazionarsi con l’altro sesso, e a volte, anche di aspirare ad avere una storia. Poi, ruolo fondamentale ha la frequenza di tale attività: per molti giovani, anzi, in particolare per molti dei più giovani alle loro prime “esperienze”, la frequenza è giornaliera, cosa più deleteria che mai, giacché interrompe la maturazione sessuale.
Seguono le disfunzioni sessuali, i problemi erettili e l’anoressia sessuale: mente e corpo cominciano a non essere più recettive come prima agli stimoli che il web presenta.
I ricercatori padovani hanno ricondotto il tutto alla desensibilizzazione della risposta alla dopamina, sostanza coinvolta nel piacere sessuale.
Ma la pornografia, quando non crea danni simili, rovina comunque le aspettative, facendo credere ai giovani che fin da subito si possano ottenere “risultati” simili a quelli visti al pc.
Come risolvere il problema? Annullando o comunque riducendo le visualizzazioni.
Impresa impossibile? No, forse solo difficile. Ma utile per rendere davvero sereno ogni rapporto… reale.