Di lei abbiamo presente il sorriso, i capelli corti sempre in ordine e il suo abbigliamento classico e rassicurante da moglie devota. E devota lo è stata, la signora Anne France Robbins, fino alla morte del marito, Ronald Reagan, avvenuta nel 2004.
Ce la ricordiamo tutti, Nancy Reagan, a fianco del marito, prima come first lady contestata del quarantesimo presidente degli Stati Uniti, poi semplicemente come compagna fedele di un uomo malato ed afflitto dal morbo di Alzheimer. Ma davvero si può riassumere la sua vita in così poche parole?
Credo che ognuno di noi abbia memoria di lei, di questa donna magra e minuta ma combattiva e perseverante. Si tratta di un personaggio controverso, perché capace, come tutte le forti personalità, di attirare contemporaneamente, odio ed amore.
Non erano in molti a vedere di buon occhio questa nuova coppia presidenziale, formata da due persone dello spettacolo, provenienti dal cinema hollywoodiano e, quindi, non in grado, secondo l’opinione pubblica, di governare un Paese. Eppure, è accaduto. Ronald Reagan è stato presidente e Nancy la sua first lady. Ma fin dall’inizio il suo comportamento è stato criticato e mal sopportato.
Il suo primo intento era quello di trasformare la Casa Bianca in una vera casa, dove fosse possibile vivere senza sentirsi ospite, dove fosse possibile trovare il calore accogliente che solo la propria abitazione può dare. Da qui è partito il suo progetto che prevedeva, oltre alle ristrutturazioni previste, e finanziate dallo stato, un’ulteriore cambiamento (chi non ricorda l’acquisto di nuove porcellane cinesi per la China Room?) pagato da enti privati.
La colpa che le veniva imputata era quella di voler riportare lo sfarzo alla Casa Bianca in un periodo di difficoltà per l’America, con un aumento impressionante di famiglie indigenti e senza casa.
Nonostante le critiche, la signora Reagan non si è lasciata intimidire e ha portato avanti il progetto che più le stava a cuore: la lotta alla droga, partendo dalle scuole. Questo suo obiettivo è stato portato avanti con caparbietà e convinzione, dal momento che Nancy non si è risparmiata e ha viaggiato in tutta la nazione, organizzando meeting e conferenze, ma soprattutto incontrando i ragazzi nelle scuole. Memorabile è stata una risposta ad un alunno, che poi è diventata il motto dell’iniziativa anti-droga. A chi le chiedeva cosa rispondere a chi offriva droga fuori da scuola, lei semplicemente ha risposto: “Just say no”. Ed è stato questo il nome della campagna da lei intrapresa e portata in tutto il mondo, anche grazie ad un incontro, avvenuto alla Casa Bianca, con le mogli dei più importanti leader internazionali.
Sicuramente, però il suo maggior ruolo, durante i due mandati ricoperti da Reagan, è stato quello di angelo custode del marito, soprattutto dopo l’attentato del 30 marzo 1981.
E da quel giorno, tragico ma risoltosi senza stragi, è nata un’altra mania della first lady, subito data in pasto a giornalisti e mass-media. A quanto pare, infatti, sembrava indispensabile, per salvaguardare l’incolumità del presidente, consultare un astrologo prima di incontri e decisioni importanti, per sapere quali giorni erano più propizi e quali, invece, avversi. E certo, una persona che ricopriva un ruolo così importante, era da biasimare se, per decidere le sorti del paese, sentiva il bisogno di consultare le stelle.
Nancy Reagan è un personaggio controverso, però, l’abbiamo già anticipato, ma il suo intervento è stato determinante per la fine della guerra fredda tra Stati Uniti e Russia, avvenuta simbolicamente con la stretta di mano tra Reagan e Gorbaciov nel 1985. Durante quel memorabile incontro, i due capi di stato si impegnavano ad una distruzione reciproca della distruzione dei missili nucleari, ponendo fine al comunismo nell’Est del mondo.
Una vita piena, la sua, della quale è stata accesa protagonista e, benché intenzionata ad apparire in secondo piano rispetto al marito, si è fatta ricordare per le sue eccentricità e per le lotte in cui credeva.
Ancora oggi il suo nome suscita rispetto e reverenza, se si pensa che è stata accolta da Michelle Obama in un colloquio privato alla veneranda età di 88 anni, durante il quale ha ringraziato la nuova first lady e il presidente in carica per il loro sostegno alla ricerca sulle cellule staminali. Si trattava, per Nancy Reagan, di un’altra delle sue battaglie, intrapresa dopo la morte del marito e, a quanto pare, vinta.
Se si guarda una sua foto attuale, non è difficile riconoscerla, e ciò che più colpisce sono gli occhi. Con gli anni, spesso accade che lo sguardo si affievolisca, diventi meno caparbio e più rassegnato. Non il suo, che, invece, sembra più vigile e combattivo che mai.
Suscita quasi soggezione, se lo si confronta con quello radioso e rassicurante dei tempi della Casa Bianca, ma dimostra una voglia di vivere, e di combattere, da invidiare.
Vera Moretti