All’ultimo congresso di ginecologia psicosomatica (già il nome non dice niente di buono…), tenutosi a Venezia lo scorso dicembre, è emerso un dato che dovrebbe far preoccupare, o almeno pensare, sia uomini che donne. Sembra, infatti, che il desiderio sessuale femminile stia calando pericolosamente.
C’è chi, come Gianna Schelotto, nota e stimata psicoterapeuta, ironizza dicendo che :”Più che un calo del desiderio, forse è un calo degli zuccheri: arriviamo alla sera stremate”. Non ha tutti i torti, poiché, dopo una giornata passata tra mille impegni, è già un successo se non ci addormentiamo appena sedute sul divano!
Scherzi a parte, dati alla mano, almeno una donna su tre ha notato un calo del desiderio nella sua vita sessuale, mentre una su quattro ha problemi a raggiungere l’orgasmo.
Insomma, in un’epoca in cui le donne sembravano essere riuscite ad ascoltare il proprio corpo e a parlare di sesso senza tabù, il problema che le assilla è sempre lo stesso? Ora che l’emancipazione sessuale parla anche al femminile e che non fa più scandalo una donna che vuole vivere il sesso in piena libertà, ginecologi e psicologi lanciano un allarme inaspettato ma, a quanto pare, vero.
Se da un lato le donne appaiono più disinibite e non più in cerca dell’uomo della vita, dall’altro, emergono disagi profondi di solitudine ed insoddisfazione che dimostrano come i cambiamenti esteriori non vadano di pari passo con quelli interiori.
Ciò si spiega in due modi :
- la donna “angelicata e romantica”, nonostante sembrava essere scomparsa, è radicata nella mentalità, ed è difficile sbarazzarsi di lei, soprattutto in una società fatta di uomini che, sì, sono attratti dalle donne con spirito d’iniziativa a letto, ma poi, per accasarsi, scelgono esattamente l’opposto. La rivoluzione sessuale è stata vissuta in prima persona dalle donne, davanti a uomini che hanno avuto un ruolo di semplici spettatori, perciò, forse, il cambiamento più forte dovrebbe avvenire in loro. In fondo, per arrivare ad un buon sesso di coppia, ci vogliono due persone e non una sola!
- Essere consapevoli di ciò che si vuole non significa necessariamente ottenerlo, ed è per questo che i tempi non sono quasi mai sincronizzati. Conoscere i propri desideri e le proprie preferenze rappresenta un passo avanti ma non è il punto d’arrivo, ahimè!
Il problema, poi, va analizzato considerando anche la relativa “giovane età” del rapporto paritario, se si pensa che, fino a pochi decenni fa, neanche si parlava di certi argomenti e una donna che osava sfiorare certe tematiche, veniva “bollata” come una “poco di buono”. Partendo da questo presupposto, quindi, non ci sono ampi termini di paragone e i disturbi che emergono ora potrebbero essere gli stessi, e in uguale quantità rispetto al passato.
Detto tutto ciò, che fare quando il problema si presenta? Se ci si trova in una relazione stabile, dove il sesso è accompagnato dall’amore, la soluzione migliore è parlare con il partner e magari rinverdire una situazione collaudata con nuovi giochi sotto le lenzuola. A volte basta solo affrontare l’argomento per essere vicini alla soluzione.
Se, invece, l’appagamento è difficile da raggiungere indipendentemente da un malessere passeggero, conviene consultare un medico, per sapere se il problema è congenito o se dipende dal cervello che, come si sa, è capace di giocare brutti scherzi.
In ogni caso, comunque, è bene non fare come gli struzzi ed uscire allo scoperto. Se siamo solo capaci di confidarci con le amiche ma di non risolvere il problema alla radice, di che emancipazione stiamo parlando?
Vera Moretti