Un recente nota del Centro Studi e Ricerche di Confindustria afferma che sono più di 13 mila le imprese italiane manufatturiere che esportano prodotti del Bello e del Ben Fatto (imprese BBF) in tutto il mondo. Si tratta di fasce di prodotti medio-alti che interessano il settore dell’abbigliamento, quello alimentare ma anche quello dell’arredamento.
Le imprese BBF rappresentano un quinto del mercato totale italiano, sono più piccole per dimensione rispetto a quelle non BBF ed hanno una forte vocazione internazionale: proprio questa caratteristica le ha fatte espandere nei mercati emergenti in cui la classe benestante risulta essere un nuovo potenziale bacino di utenza.
Le aziende BBF esportano in media 12 prodotti in 9 paesi differenti. Circa il 62,1 % è destinato ai paesi avanzati come Germania e Francia mentre, per quanto riguarda i nuovi mercati, la percentuale di esportazione è del 16%. In tutti i settori, ma in particolare per quanto riguarda l’arredamento, il nuovo mercato di sbocco è la Russia con il 7,5% dell’export totale.
La crisi però non ha lasciato scampo neanche alla qualità, le imprese BBF infatti sono cresciute meno durante questo periodo. Questa situazione però ha portato ad un allargamento del mercato soprattutto a quello rivolto all’economia emergente.
Grazie alla forza del Made in Italy infatti i prodotti del Bel Paese sono sempre di più uno status symbol e rimandano ad un immaginario ricco di storia e di cultura.
Se anche all’estero riconoscono il Bello e Ben Fatto come italiano perchè non cominciamo a farlo anche noi?
Martina ZANGHI’