Che cosa c’è di meglio di una bella pizza, alla fine di una giornata lunga e stressante?
Ma, se l’indomani bisogna alzarsi presto e andare a lavorare, e il tempo di andare in pizzeria non c’è, non c’è coccola migliore di farsela recapitare a casa.

Per una sera, niente fornelli accessi e niente cena da preparare.
Tutto perfetto dunque?

Ahimè, forse no, soprattutto se la pizza arriva non più calda e fumante ma, anzi, freddina e “shakerata” dalla corsa in motorino.

Una soluzione, però, c’è, ed è stata trovata da un team di giovanissimi che ha avviato una startup unica e, per questo, vincente, almeno secondo noi di Bellaweb.

La loro idea si intuisce dal nome, ovvero PizzaVan: invece di cucinare le pizze richieste e consegnarle a domicilio, vengono preparate sotto casa del cliente che ha prenotato, che le riceve appena fatte, proprio come se fosse in pizzeria.

Questa proposta non poteva che venire a ragazzi giovani, con età media di 22 anni, che abitassero in Campania, regione regina della pizza. E la loro startup ha vinto lo StartupWeekend di Benevento circa un mese fa.

Marco Passaro, uno dei fondatori dell’impresa, ha dichiarato: “La nostra idea è dire no alla pizza fredda e accartocciata e sostituirla con una pizza cotta su un’Apecar. O meglio su un piccolo forno montato sul mezzo. Così chi vuole una pizza si collega all’app trova l’Apecar più vicino e prenota. Il pizzaiolo si avvicina all’abitazione e una volta arrivato al citofono si mette a fare la pizza“.

PizzaVan dà la possibilità ai pizzaioli che non possono permettersi un locale proprio praticare la loro professione in autonomia, ma nel target sono comprese anche le pizzerie che vogliono ampliare le consegne a domicilio facendo un salto di qualità.

Questo team di startupper under 22 non nasconde di rivolgersi soprattutto al Nord e all’estero, perché, come ha confessato ancora Passaro: “I napoletani sono un po’ troppo fissati con la pizza e mal gradirebbero una pizza non cotta nel classico forno a legna, che però non si può montare su un’Apecar. Abbiamo così trovato una soluzione trasportabile, ma ovviamente non a legna che garantisce comunque una pizza di qualità“.

Vera MORETTI