Sono poche le certezze della vita, i libri sono più belli dei film a cui sono ispirati ed il gelato piace a tutti. Piace da morire ai bambini e piace tanto anche agli adulti, soprattutto d’estate quando c’è caldo e abbiamo voglia di uno spuntino delizioso e rinfrescante. Ma, il gelato fa ingrassare? Se lo mangiamo in aggiunta ad un pasto completo ovviamente sì ma se ce lo concediamo in sostituzione ad un pranzo è una soluzione perfetta per non intaccare la nostra linea.
Oltre alla dieta del minestrone, dell’anguria, della pasta, dell’ananas non poteva mancare quella del gelato, decisamente più piacevole e sfiziosa, soprattutto d’estate. Ma come funziona? Per circa una settimana (e non di più!) è possibile sostituire il pranzo o la cena con una bella coppa di gelato. Meglio se alla frutta ma compatibilmente ai vostri gusti cedete al desiderio di creme e cioccolato (meglio se fondente) del resto, è un momento di piacere e se non scegliete il gusto preferito che piacere è? Se lo gustate a pranzo, fate una ricca colazione a base di yogurt, frutta e cereali integrali e a cena carne o pesce, verdure a volontà e un panino integrale andranno benissimo.
Ma attenzione al gelato che scegliete. Non lasciatevi tentare dai gelati confezionati, ricchissimi in grassi e pieni di aromi. Puntate su quello artigianale ma, prima di ordinare il cono o la coppetta, fate attenzione. Nei gelati artigianali il latte fresco dovrebbe essere l’ingrediente principale, mentre gli zuccheri dovrebbero ammontare a circa il 20% e i grassi non dovrebbero superare il 9-10%. (In quelli industriali di scarsa qualità invece i grassi impennano). Evitate i gusti troppo ‘elaborati’ con intrugli, biscotti, cioccolatini, sciroppi e snack perché, molto probabilmente, sono pieni di panna, aromi, zuccheri che strizzano l’occhio al gusto americano. Una scelta furba poi riguarda la stagionalità, a gennaio molto probabilmente non utilizzeranno le pesche fresche e anche in questo caso non sottovalutate l’istinto, se adocchiate un pistacchio color verde neon credete che sia davvero pistacchio?
Martina ZANGHI’