Sposarsi all’estero si può. Ci si deve attenere a determinate regole, ovviamente, ma da qualche tempo non è più così complicato come un tempo.
Per sposarsi all’estero, così come in Italia, è necessario seguire il previsto iter burocratico. I documenti e le procedure possono variare a seconda del Paese scelto, ma la cosa importante da tenere presente è che non in tutti i Paesi è possibile celebrare un matrimonio che sia poi valido anche in Italia.
Il matrimonio “celebrativo” non necessita di documenti in quanto non è un vero e proprio matrimonio, ma si pronunciano solo le promesse di fronte allo scenario scelto dagli sposi.
Per quanto riguarda le altre tipologie di matrimonio: civile e quello cattolico, la procedura è più complessa.
Per il matrimonio civile:
Un matrimonio celebrato all’estero ha validità in Italia anche se celebrato da autorità locali che seguono le leggi previste da quel paese; arrivati in Italia gli sposi dovranno registrare il matrimonio contratto all’estero per essere sposati a tutti gli effetti!
Ogni Paese ha le proprie regole, ma in linea di massima servono, per tutti i Paesi: un certificato di nascita, uno di stato civile e le copie dei passaporti validi.
Per i matrimoni religiosi (cattolici)
La procedura è ancora più semplice, il matrimonio religioso verrà celebrato da un prete cattolico seguendo i dettami del rito Cattolico . Sarà sufficiente richiedere al proprio Parroco l’autorizzazione per sposarsi in un’altra chiesa e contattare il Parroco della Diocesi estera, e richiedere inoltre i documenti necessari, ossia: i certificati di battesimo, cresima o comunione, e il certificato di frequenza del corso pre-matrimoniale.
Insomma ci si può sposare più o meno dove si vuole. Da un paradiso tropicale ai Caraibi a Parigi, da un atollo polinesiano o maldiviano a New York o, perchè no, su un’isola greca. Non c’è che l’imbarazzo della scelta e, forse, in questo modo, contenendo i costi degli invitati si riesce a risparmiare davvero molto.
Silvia GALLI