Paola Vinciguerra, psicologa, psicoterapeuta e presidente dell’Eurodap, Associazione Europea disturbi da attacchi di panico, sostiene che due donne che lavorano su tre dicono di essere molto stressate.
Su di loro grava spesso, infatti, oltre al lavoro, anche la responsabilità dell’andamento della famiglia.
Le cause si anniderebbero sia nella mancanza, in Italia, di aiuti nella gestione della famiglia, sia nei conflitti interiori di molte donne, scisse tra la ricerca di affermazione professionale e autonomia economica da un lato e il desiderio di essere madre e di prendersi cura dei propri figli dall’altro.
Le donne – riferisce la Vinciguerra – “soffrono prevalentemente di sindromi ansiose (…), di disturbi depressivi, di sindrome da disadattamento per una percentuale che si aggira intorno al 39,4%“.
Lo stress, inoltre, “altera la produzione di sostanze chimiche come il cortisolo, la proteina c-reattiva, l’interleuchina 6“, creando la base per l’insorgere di varie malattie.
Si comprende quindi l’importanza della prevenzione dello stress.
Io credo che un grosso aiuto venga dalla possibilità di gestire con una certa autonomia il proprio orario di lavoro, in modo da potere conciliare quest’ultimo con le esigenze famigliari.
Inoltre, la presenza capillare di asili nido e di strutture adatte ad accogliere la neomamma con il suo bambino aiuterebbero le donne, facendole sentire sostenute e tutelate anche a livello sociale.
E infine, ovviamente anche un’equa ripartizione dei carichi di lavoro domestico tra uomo e donna, tra marito e moglie sarebbe di grande supporto.
Certo che anche in presenza di tutto questo il rischio di stress è sempre elevato, nella nostra società. E ogni donna dovrebbe trovare il suo antidoto o i suoi antidoti personali allo stress: i miei sono lo yoga, la bici e l’attività fisica in generale. E i vostri?
Livia Buseghin
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