Votato alla ricerca della perfezione. Instancabile e meticoloso genio, alla costante ricerca del dettaglio. Azzedine Alaïa era così. Ha dedicato la sua intera vita al perfezionamento dei suoi abiti. Abiti che creava, partendo da un’eccelsa materia prima e che, come uno scultore con un blocco di marmo, plasmava a colpi di forbici. Non a caso, il couturier tunisino, è stato di diritto, in mezzo a Cristobal Balenciaga e Madeleine Vionnet, inserito tra i più eccelsi architetti designer del XX secolo.
“Non sono un designer, sono un couturier”, così il couturier tunisino amava definirsi e parlare del suo lavoro. E proprio da questa sua definizione, prende il nome la mostra, visitabile in 18 rue de la Verrerie a Parigi fino al 10 giugno 2018, che ne celebra il genio. Je suis couturier, raccoglie un’antologia di 35 pezzi iconici di Alaïa, selezionate da Olivier Saillard, storico della couture internazionale, che con il maestro aveva avuto già il piacere di lavorare per la sua prima esposizione a Parigi, precisamente al Palais Galliera, inaugurata nel 2013.
In una nota per la stampa di Saillard, così si legge: “Dal suo arrivo a Parigi, Azzedine Alaïa ha meticolosamente e accuratamente conservato ogni sua collezione di Haute Couture e prêt-à-porter. «Il passato è chiaro, il futuro è oscuro», osservava Azzedine. L’ampiezza e la completezza di questo archivio, unico negli annali della Couture, mostra chiaramente il percorso di Monsieur AlaÏa, uno dei più grandi couturier del nostro tempo. Avere a disposizione il suo incontaminato lavoro, creato dalla sua stessa mano nel suo studio personale, è, per le generazioni future, un’impareggiabile conoscenza del suo percorso attraverso il tempo”.
E prosegue: “Monsieur AlaÏa ha dimostrato di essere un grande collezionista, costruendo un importante archivio di documenti e pezzi storici. Non ha mai smesso di acquistare abiti, costumi e pezzi unici, formando una collezione storica, emblematica e singolare. Il desiderio più risoluto di Monsieur Alaïa era quello di trasformare il suo archivio in un’associazione che protegga e continui a sostenere le sue opere, così come quelle che una volta lui stesso promosse e collezionò. L’associazione difenderà, quindi, la memoria del couturier conservando i suoi 60 anni di lavoro e organizzando mostre che riflettono la natura, bella e senza tempo, delle sue opere e delle collezioni personali, accompagnate da pubblicazioni e borse di studio”.
Con il suo lavoro, Azzedine Alaïa, è riuscito ad oltrepassare i limiti stessi della moda, prendendosi i suoi tempi, rispettandoli, piegando le tempistiche del fashion system alle sue. “[Gli abiti] Mi piacciono quando sono belli, senza tempo, con pochi dettagli o ornamenti e in colori puri, che non invecchiamo mai. Più semplici sono, più sono difficili da creare”, diceva, Memorabile rimarrà per sempre, come prova tangibile della sua filosofia, la prima collezione, presentata nel 1979: un fiorire di abiti in cotone grezzo o sofisticato chiffon, che giocava con i due colori non colori per eccellenza: il nero e il bianco gesso, abiti essenziali, scolpiti dal suo incessante lavoro di forbici, ago e filo, abiti che superano le barriere che si cristallizzano nel tempo, a testimonianza del suo desiderio di eternità e perfezione.
Azzedine Alaia “Je suis couturier”
dal 22 gennaio al 10 giugno 2018 in rue de la Verrerie 18, 75004 Parigi,
Aperto al pubblico tutti i giorni dalle 11:00 alle 19:00.