Ha fatto il giro del mondo, ha fatto scalpore, ma ha fatto anche tanto, tanto bene. Di cosa parliamo? Della foto che sta catalizzando l’attenzione di mezzo mondo, quella che ritrae il bacio, definito appassionato, a parere nostro più che altro infreddolito, che si sono scambiati i freestyler americano Gus Kenworthy e il fidanzato Matthew Wilkas.
Lo sportivo ed il fidanzato, a dir la verità non si erano accorti di essere ripresi dalle telecamere, probabilmente il loro è stato un gesto complice molto più che simbolico, e per questo motivo ci piace ancora di più.
In men che non si dica i media americani hanno riportato la notizia e i social sono stati invasi da questa immagine che è prima di tutto, a parer nostro, simbolo di normalità. E’ vero che è un’ immagine che segna un passo nella battaglia all’omofobia, ma è altrettanto vero che è un’immagine che prima di tutto parla di amore e di quotidianità quell ache fa parte di tutte le coppie: dagli attori, agli atleti a noi, comuni mortali.
Chi infatti, prima di partecipare ad una gara, spettacolare, pericolosa ed adrenalinica come quella olimpica non dà un bacio al proprio partner, di qualunque sesso sia?
Raggiunto dai microfoni di mille emittenti, l’atleta americano ha dichiarato molto candidamente che questo era un gesto che avrebbe già voluto fare alle scorse Olimpiadi, ma che era troppo spaventato. Ora invece è stato tutto naturale e il valore del gesto, addirittura maggiore visto che non è stato fatto ad arte o, come si dice in questi casi, a favore di camera.
“Il solo modo – ha detto – per far cambiare la percezione che il mondo ha, per abbattere barriere e sconfiggere l’omofobia è attraverso i gesti. Non ho avuto questo da bambino. Non ho mai visto un atleta gay baciare il suo fidanzato alle olimpiadi. Penso che se lo avessi avuto, per me sarebbe stato più semplice, e spero che questo bacio possa aiutare tante altre persone“.
Un’Olimpiade magra di medaglie per Gus, ma ricca di soddisfazioni personali, come questa, che rappresenta un altro tassello nella costruzione di una normalità che tutti noi ci auguriamo presto non faccia più scalpore o notizia.
Silvia GALLI