Dal 20 aprile al 17 giugno 2018, Palazzo Magnani ospiterà la mostra Sex & Revolution! Immaginario, utopia, liberazione (1960-1977), un appuntamento che fa parte della XIII edizione di Fotografia Europea che ogni anno ospita a Reggio Emilia tantissime occasioni per conoscere e scoprire la fotografia contemporanea.
L’esposizione indaga la genesi delle trasformazioni nel modo di concepire e vivere la sessualità tra gli anni ’60 e ’70, attraverso oltre 300 reperti d’epoca. In mostra sequenze cinematografiche, fotografie, fumetti, rotocalchi, libri, locandine di film, brani musicali, installazioni multimediali, ambientazioni con oggetti di design, e anche musica, insomma una selezione accurata che include molteplici stimoli sensoriali. Curata da Pier Giorgio Carizzoni, sotto la direzione scientifica di Pietro Adamo, docente all’Università di Torino, l’esposizione è suddivisa in tre macro aree, scandite da alcuni oggetti simbolo: pillola anticoncezionale, monokini, vibratore, accumulatore orgonico, super 8, frusta e la tanto amata minigonna.
In principio un’analisi dell’ambito filosofico e culturale entro cui è nata e si è sviluppata la rivoluzione sessuale introduce i visitatori. Si prosegue poi con l’esplorazione: dagli studi freudiani di fine Ottocento alle ricerche di Wilhelm Reich, le prime ricerche di sessuologia e gli studi di Herbert Marcuse, che aprirono la strada a rilevanti battaglie politiche e culturali che, dalla metà del secolo scorso, sono state il preludio alla stesura di opere letterarie, cinematografiche e artistiche.
Un ruolo di rilievo è affidato all’approfondimento del rapporto tra sesso e letteratura attraverso fondamentali romanzi come l’Ulisse di James Joyce, L’amante di Lady Chatterleydi David Herbert Lawrence, Tropico del Cancro di Henry Miller, Sputerò sulle vostre tombe di Boris Vian, e i percorsi della censura e dei processi che colpirono autori quali i citati Lawrence e Miller, ma anche William Burroughs e il nostro Vitaliano Brancati.
In mostra anche le prime copertine di riviste internazionali come Playboy e Penthouse, delle omologhe italiane Playmen e Le Ore, ma anche i volumi dell’Olympia Press, la casa editrice americana fondata nel 1953 che ha pubblicato, senza censura, alcuni romanzi erotici della Beat generation. Non mancano gli anni Sessanta della protesta studentesca, delle femministe e dei movimenti di liberazione omosessuale. Gli scrittori della controcultura in quegli anni hanno portato nei media, nella vita quotidiana e nella coscienza collettiva i temi della liberazione del corpo, della funzione gioiosa dell’erotismo, di un più equilibrato rapporto uomo-donna, diffondendo stili di vita alternativi e vincendo la resistenza di legislatori conservatori e associazioni impegnate nella salvaguardia della moralità.
S’inserisce così anche qualche suggestione che riguarda l’abbigliamento attraverso l’esposizione di alcuni indumenti iconici come la minigonna, rappresentata da immagini della sua creatrice Mary Quant.
Agli inizi degli anni Settanta si verifica anche un boom del sesso su grande schermo con l’apertura e la diffusione dei cinema a luci rosse che proiettano pellicole a contenuto hard ed in esposizione i visitatori troveranno le prime riviste hard scandinave, filmini in super 8, le pubblicazioni italiane nel passaggio dal soft all’hard e i più celebri libri a luci rosse del periodo nonché un montaggio ragionato dei primi film porno di maggior successo.
La mostra, attraverso postazioni audio-video, fotografie, manifesti originali, libri e riviste analizza come la sessualità, finalmente liberata, abbia influenzato buona parte della cultura e della società. La musica, con le canzoni dal tono e dal testo esplicito come Je t’aime… moi non plus di Serge Gainsbourg e Jane Birkin, o Love to love you babe di Donna Summer, o il reiterato No no no di Sabina Ciuffini.
Presente anche la televisione italiana, con la ‘scandalosa’ esibizione di Ike e Tina Turner a Studio uno, la scena censurata sul divorzio nella riduzione televisiva del David Copperfield, il servizio sul Crazy Horse di Parigi nella trasmissione Odeon, il primo documentario su un processo per stupro mandato in onda dalla Rai. E anche la letteratura, con autori quali Philip Roth, Alberto Moravia, o casi letterari come i best-seller Porci con le ali e Paura di volare.
Insomma un tuffo nel passato attraverso documenti, riflessioni, filmati e contributi di artisti, scrittori e intellettuali per capire meglio come l’aspetto privato del sesso possa diventare anche un aspetto rilevante nella sfera pubblica e nella società.
Reggio Emilia, Palazzo Magnani (corso Garibaldi 29/31)
20 aprile – 17 giugno 2018
Maggiori info: fotografiaeuropea.it
Photocredit cover: Jane Birkin, 1976 © Angelo Frontoni / Cineteca Nazionale–Museo Nazionale del Cinema