Davvero le sappiamo tutte sul mondo di Halloween e le leggende che si porta dietro?
Il nome Jack-O-Lantern proviene da una leggenda popolare irlandese su un uomo di nome Stingy Jack che ingannò il Diavolo più e più volte. Quando Jack morì, fu costretto a camminare sulla Terra con solo una rapa incisa e carbone ardente per illuminare la sua strada.
Per questo motivo, all’inizio le persone in Irlanda e Scozia usavano rape, barbabietole e patate per scolpirne il “volto” spaventoso. Quando gli irlandesi portarono la tradizione in America, le zucche presero il posto degli altri tuberi in quanto più abbondanti. Per coloro che non credono al folklore di Stringy Jack, esiste un’alternativa: alcune persone credono che il termine Jack-O-Lantern derivi dall’idea di un guardiano notturno, che ogni sera accende le lanterne della strada .
SI dice che sia una sfortuna quando un gatto nero attraversa la strada davanti a noi, specialmente nella notte di Halloween. Negli Stati Uniti, questa superstizione deriva dalle credenze protestanti dei Pellegrini Puritani della Colonia di Plymouth che disapprovavano qualsiasi cosa fosse associata alla stregoneria, e alcuni credevano alla leggenda secondo cui le streghe potevano trasformarsi in gatti neri e ritornare. Capito da dove arriva l’ ispirazione per personaggi come Salem o Binx in Hocus Pocus.
Durante le prime sfilate di Ognissanti in Inghilterra, la Chiesa incoraggiò le famiglie più ricche a distribuire le torte dell’anima ai mendicanti della classe inferiore in cambio di preghiere per i parenti morti. Era una tradizione conosciuta e in seguito i bambini furono quelli che andarono nelle case a chiedere cibo, birra e denaro.
Un tempo, era consuetudine eseguire danze, canzoni, preghiere e opere teatrali: una pratica chiamata “mumming“.Consisteva in una processione di persone mascherate (mummers), che sfilavano in silenzio fino alla casa di un personaggio importante, cui offrivano doni, dandosi poi alle danze. Proibito dalle autorità verso il 1420 perché motivo di disordini, il mumming sopravvisse per tutto il secolo nell’ambito delle corti, perdendo il suo carattere folcloristico ed evolvendosi invece come forma drammatica
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Silvia GALLI