A quante di noi è capitato di passare un periodo particolarmente triste, e di non riconoscersi guardandosi allo specchio?
Siamo in tante, questo è certo. Ci ritroviamo a non avere le tipiche reazioni che avremmo normalmente, a evitare di aiutare le amiche, quasi a disinteressarci non solo degli altri, ma anche di noi stesse. Tutto si limita al mero andare avanti. Non c’è altro.
Se questo è ciò che ci accade nei periodi tristi, figuratevi cosa accade nei casi di depressione. Tutto questo viene portato distruttivamente allo stremo.
A spiegarcelo sono le dottoresse Rafaeli della Bar-Ilan Università di Israele e Mor e Gadassi dell’Università Ebraica di Gerusalemme.
Le donne colpite dalla depressione si ritrovano ad affrontare una terribile mancanza di empatia, capacità solitamente molto spiccata nel nostro genere.
A dimostrarlo è uno studio condotto su cinquanta coppie eterosessuali volontarie, il cui risultato è stato pubblicato su Psychological Science, rivista innovativa di studi e ricerche psicologiche.
Queste coppie sono state messe alla prova tramite un test di valutazione del livello depressivo, e poi da test che valutavano le percezioni riguardanti le emozioni altrui, sia durante le sessioni in laboratorio che durante il normale svolgimento della vita del soggetto analizzato.
In seguito, i volontari hanno tenuto un diario riportante gli stati d’animo provati e le sensazioni verso il partner.
Scopo dello studio è stato comprendere come questa mancanza d’empatia influisca sui rapporti, e ad emergere sono stati due dati molto importanti.
In primis, è emerso che questa importante carenza non colpisce soltanto la donna in depressione, ma anche il partner, trascinando anche lui in quella che potrebbe considerarsi una vera e propria bolla, schermata dai sentimenti e dalle difficoltà altrui.
Secondo poi, è proprio la donna a provare meno sensibilità, anche nei confronti dello stesso partner.
Siamo dunque noi donne a subire le conseguenze peggiori dal punto di vista della depressione, anche nel modo di essere e di comportarsi. Questo disturbo, già devastante, porta altrettanta devastazione nei nostri affetti.
La soluzione? E’ una sola, uscirne. Ma chi l’ha provata, o ha visto un proprio caro soffrirne, sa quanto è difficile. Le altre due armi per affrontare la situazione sono la voglia di farcela e la pazienza, fondamentali per riuscire finalmente a provare a far provare quella gioia di vivere che in questi casi sembra del tutto scomparsa.
Caterina Damiano