La Giornata internazionale contro l’omofobia si celebra venerdì 17 maggio 2019. Questa data è stata scelta perché proprio il 17 maggio del 1990 l’omosessualità è stata rimossa dalla lista delle malattie mentali nella classificazione internazionale delle malattie pubblicata dall’Organizzazione mondiale della sanità. Un avvenimento significativo che ha solo certificato quello che già avevamo sempre saputo, l’omosessualità è perfettamente normale e c’è sempre stata e sempre ci sarà.

Che significa omofobia ed LGBTQ+?
Omofobia significa avere timore e pregiudizio nei confronti delle persone omosessuali, transessuali e bisessuali senza alcuna motivazione.LGBTQ+ è una abbreviazione dell’acronimo LGBTQQIP2SAA che significano nell’ordine Lesbica, Gay, Bisessuale, Transgender, Queer, Questioning, Intersessuale, Pansessuale, Two-spirit, Asessuale e Ally. Una community che comprende gay, lesbiche, persone che non si identificano con nessuna identità sessuale, che le hanno entrambe o che non hanno ancora scoperto la propria identità sessuale, un’insieme di persone che sono unite dall’amore e non dal genere maschile o femminile che sia.

Perché si celebra questa giornata?
Si celebra dal 2004 ed è una ricorrenza istituita dall’Unione Europea con l’obiettivo di promuovere e coordinare eventi internazionali di sensibilizzazione e prevenzione per contrastare il fenomeno dell’omofobia, della bifobia e della transfobia.

L’italia è un paese omofobo?
L’ILGA-Europe Report 2018 mette un po’ paura ed in effetti, dati alla mano, abbiamo molto da lavorare sulla situazione attuale. Ci troviamo abbastanza in basso nella classifica arcobaleno che misura l’impatto delle leggi e delle politiche sulla vita delle persone LGBTI, siamo al 49 posto tra i paesi europei e nel 2019, secondo il report che anticipa quello più completo, che sarà rilasciato a fine anno, i presupposti non sono dei migliori. Abbiamo ospitato il Congresso delle famiglie a Verona, il nostro ministro della Famiglia e delle Disabilità Fontana ha dichiarato che ‘Le famiglie arcobaleno non esistono” e solo a novembre, l’autorità italiana per la protezione dei dati ha bloccato la proposta del governo di cambiare il termine “genitori” e di tornare ad utilizzare i termini “Madre” e “Padre” nella carta di identità.

MaZ
Photocredit: may17.org