Continuiamo il nostro tentativo di normalità approfittando di questi giorni per raccontare cose che ci stanno a cuore e argomenti che magari non avremmo avuto modo di approfondire. Oggi parliamo di ‘carico mentale‘ ed è tornato tra le righe dei magazine e nelle discussioni su Twitter e su Instagram grazie ad un fumetto scritto e disegnato da Emma, una blogger femminista francese che ha da poco pubblicato un libro che si chiama “Bastava chiedere! 10 storie di femminismo quotidiano” pubblicato da Editori Laterza.
La prefazione è di Michela Murgia ed è già una garanzia di successo. La striscia è divenuta per la prima volta popolare a maggio 2017 prima in Francia, poi anche oltre.
Ma, andiamo al sodo, cos’è il carico mentale o la charge mentale? Tanto per cambiare riguarda uno dei tanti compiti che le donne si assumono in famiglia. È il lavoro di gestione, organizzazione e pianificazione della casa e della famiglia che ovviamente si va ad aggiungere al lavoro che la donna svolge anche fuori casa. (Oltre il gender gap!)
Insomma un vero e proprio carico di responsabilità, pensieri, ansie, cose che vanno ad aggiungersi alla giornata lavorativa e che ufficialmente ‘è invisibile’.
Troppo spesso le donne, riflette Emma, si fanno carico di un enorme lavoro invisibile, un lavoro che permette alla famiglia di andare avanti senza il contrubuto di chi ne fa parte. Si tratta di una relazione sbilanciata ovviamente che a lungo andare sfianca, svuota e diviene davvero pesante da sostenere per una singola persona.
Qualche esempio? Gli uomini spesso pensano di aiutare in casa e di svolgere equalmente le faccende domestiche ma non hanno davvero il polso della situazione devono essere sempre guidati nel fare una cosa o un’altra. Bisogna dare loro dei compiti, chiedere di comprare questo o quell’altro ma se entrambi vivono nella stessa casa perché non capiscono da soli cosa bisogna fare per il bene comune? Perché qualcuno lo fa per loro gratis e sempre. Perché pensare a queste cose quando sono abituati ad essere liberi da questi pensieri e indolenti?
La lettura di questo libro ovviamente è consigliata alle donne, alle bambine, alle ragazze ma anche e soprattutto a tutti gli uomini che non si rendono conto o meglio non vogliono rendersi conto della realtà.
Martina ZANGHI’
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