Ormai Natale è passato, niente di meglio che aspettare – e organizzare con un certo anticipo- la proposta di nozze a San Valentino. Non tanto qui da noi, quanto in America, questa festa è particolarmente popolare in tema di proposte.
Bene, se di proposta deve trattarsi occorre, prima di tutto pensare all’ Anello (volutamente con la A maiuscola). Sebbene Kate e molte altre principesse o nobili di vario titolo abbiano sdoganato le pietre colorate, per noi l’anello di pietra ne ha solo una: il diamante.
Diceva una famosa pubblicità “un diamante è per sempre” , quindi solo un diamante può essere la pietra della proposta.
Il primo passo per essere sicuri nella tua ricerca della scintilla perfetta inizia con un ripasso su quelle che in America chiamano le 4 C che derivano da una scientifica istituita dal Gemological Institute of America (GIA). Le 4 C sono ora un sistema di classificazione accettato a livello mondiale che determina il prezzo e la qualità di un diamante.
1. Cut (taglio)
2. Color (colore)
3. Clarity (chiarezza)
4. Carat (carati).
Le 4 C sono classificate su una scala, il che significa che non esiste un diamante buono o cattivo, nessun set è “perfetto” nelle specifiche. Ciò che conta più di qualsiasi grado di colore è ciò che si percepisce della pietra nel suo stato insieme.
I gioiellieri consiglieranno la purezza, ma le donne (quasi) nessuna esclusa preferiscono l’apparenza. Sì, sfatiamo un mito, quando si tratta di brillanti, meglio che sia un po’ meno puro, ma un po’ più grande!
Dopotutto, la perfezione sta negli occhi di chi guarda ! E chi guarda, di solito, non ha una lente da gioielliere.
Andiamo un po’ più nello specifico e iniziamo dal taglio.
“il taglio è generalmente ciò che influisce maggiormente sull’aspetto generale”. Per taglio si intende come le proporzioni del diamante interagiscono con la luce. “In una pietra dal taglio ideale, la luce che entra nel diamante si riflette internamente da una sfaccettatura all’altra e viene riflessa solo attraverso la parte superiore della pietra”, spiega la designer di gioielli Stephanie Gottlieb.
In questo modo si spiega la luminosità (la combinazione di luce bianca che si riflette sulla superficie e l’interno), il fuoco (quei “bagliori” di colore che danzano intorno alla pietra) e lo scintillio (il motivo delle aree chiare e scure mentre si muove attraverso la luce).
(continua)
Silvia GALLI
ph Stephaniegottlieb -Instagram