È quasi con commozione, un po’ in punta di piedi, timorosi, ci affacciamo al Fuori Salone del Mobile a Milano. Dopo 17 lunghi, lunghissimi e silenziosi mesi, Milano, città inizialmente simbolo di questa pandemia sta riaprendo le proprie porte.
Rimane il distanziamento, rimangono le precauzioni tassative e necessarie, rimane l’obbligo del green pass, sacrosanto, ma Milano sta timidamente tornando alla sua normalità.
Ed è bellissima.
Eravamo abituati a correre su e giù dalla metropolitana per inseguire gli eventi in programma nei piovosi giorni di aprile, invece questa volta è un sole brillante e l’aria fresca dei primi giorni di settembre a fare da cornice.
Il Comune nel mese di maggio aveva lanciato la chiamata e sono stati 75 i soggetti che con entusiasmo, voglia e un pizzico di rischio, hanno detto sì.
Nomi del calibro di Interni, Fondazione Politecnico di Milano, Rossana Orlandi, SuperStudio Group, Elle Decor, Vanity Fair solo per citarne alcuni.
GLi spazi che a mano a mano nel tempo sono passati dalla sola via Tortona a tutta Milano sono stati riaperti tanto che si trovano eventi nelle zone
- Università
- Brera
- Piazza Mentana
- Zona Durini
- Via Tortona
- Museo della Scienza
- Palazzo Bovara
- L’acquario
- Palazzina Liberty
- Gam
- Palazzo Litta
- Quartiere Isola
- Porta Romana
Tra tutti gli eventi- interessantissimi e divertenti- ci fa piacere menzionare, in Triennale, vera casa del design milanese e non solo, alcuni eventi.
In primis la mostra, curata da Mario Piazza, che racconta il rapporto tra il Salone del Mobile e Milano attraverso gli eventi collaterali che iil Salone ha promosso negli ultimi sessant’anni.
Non si può non menzionare l’esposizione dedicata a Carlo Mollino i cui arredi arrivano da Casa Albonico. Un modo per esaltare e rileggere l’opera di un vero e proprio protagonista nell’ambito del design e dell’architettura del Novecento.
Che il Salone abbia aperto, questa è la grande vittoria, quest’anno, al di là di che cosa si espone.
Silvia GALLI