Di fast fashion ci siamo abituati a sentire parlare. È quella moda che rende accessibile il sogno di avere capi e accessori di tendenza a prezzi accessibili. È quella moda che per anni abbiamo identificato prima con Zara ed H&M, che hanno introdotto collezioni continue a prezzi economici, poi – giusto per fare alcuni nomi – con aziende come Asos e Boohoo, che hanno trasferito il loro business interamente online. Oggi, insieme ai colossi del fast fashion, si sono fatte strada le grandi aziende dell’Ultra fast fashion, ovvero quelle aziende che hanno ridotto al minimo i tempi di produzione, non hanno negozi fisici e vendono online articoli a prezzi stracciati.

Ultra fast fashion

Gli ultimi anni, in particolare, hanno visto una vera esplosione in tutto il mondo dell’ultra-fast fashion. Questo perché il costo estremamente basso ingolosisce molti e incentiva ad un acquisto compulsivo e spesso poco consapevole. Cosa stiamo comprando? Ne vale davvero la pena? Qual è l’impatto sull’ambiente? Queste le domande che ciascuno dovrebbe porsi ogni volta che acquista. Stileo, motore di ricerca di moda leader in Italia, ha indagato il tema dell’Ultra fast fashion nell’ultima edizione del report Fashion Research 2024, dove ha analizzato le abitudini di acquisto (e non solo) degli utenti in Europa e ha rivela qual è l’opinione degli italiani su questo modello di consumo di moda.

Il 63% degli italiani dichiara di avere acquistato almeno una volta

Lo studio riporta che il 79% degli italiani conosce i principali e-shop di questa categoria, con il 63% che dichiara di aver acquistato almeno una volta da questi e-commerce, mentre un 19% afferma di non aver mai fatto shopping in questo particolare tipo di shop online e di non avere intenzione di farlo in futuro. Quali sono le ragioni che dissuadono questi utenti dal fare acquisti? Chi sceglie di non comprare da questi siti lo fa principalmente perché ritiene che i prodotti siano di bassa qualità (53%) e, in secondo luogo, per motivi etici, ovvero dubbi rispetto alla sostenibilità della produzione e preoccupazioni per le condizioni dei lavoratori (31%).

Ultra fast fashion: il 44% degli intervistati dichiara di essere attratto dalle dinamiche gaming di queste aziende

Dall’altro lato, dallo studio emerge che le dinamiche gaming che caratterizzano questi siti, come ad esempio giochi o sistemi di raccolta punti, sono particolarmente attraenti agli occhi dei consumatori e li spingono all’acquisto. Infatti, secondo il 44% degli intervistati, queste attività rendono più interattivo lo shopping, mentre il 36% non è particolarmente attratto da queste dinamiche ma scelgono comunque di acquistare perché ne riconosce i prezzi altamente competitivi e l’ampia gamma di prodotti tra cui scegliere (36%).

La cybersecurity

Per quanto riguarda il possibile divieto di questi negozi in Italia a favore di produttori e le aziende locali, più della metà degli intervistati (54%) sarebbe d’accordo, anche se implicherebbe pagare di più per gli stessi prodotti, mentre il 26% sarebbe contrario. Anche la cybersecurity è un aspetto molto importante per gli utenti quando si tratta negozi ultra-fast fashion: se il 39% degli intervistati si sente sicuro riguardo l’uso dei propri dati, circa il 23% si sente più preoccupato del solito quando visita questi e-commerce.

 

P.P.