Di sogni sentiamo spesso parlare. Non solo in riferimento a quelli che capita di fare la notte, spie, come sosteneva Freud, del nostro inconscio, di tutte quelle pulsioni che nella fase di veglia il nostro Io reprime. Ma anche nell’accezione di desiderio (I sogni son desideri di felicità, cantava Cenerentola). Nell’accezione che li identifica come il motore che ci spinge a fare e ad agire, alla ricerca di realizzazione personale, lavorativa e amorosa. I sogni sono progetti e aspirazioni. Quello che a volte ci domandiamo, però, è: i sogni sono sempre gli stessi degli uomini e delle donne di ieri? E più in particolare, che cosa sono i sogni per la Gen Z? Ma soprattutto come sono cambiati rispetto a quelli delle generazioni?

I sogni per la Gen Z

In occasione della Giornata Mondiale dei Sogni, che si è celebrata proprio ieri 25 settembre, se lo è chiesto anche Zelo, società di consulenza che mette a disposizione insight che offrono una comprensione profonda e continuativa su temi rilevanti per la GenZ, che ha indagato il rapporto tra le nuove generazioni e i loro sogni. Quello che è venuto fuori è che i sogni per la Gen Z non sono qualcosa di raggiungibile. Ma soprattutto che non fanno rima con le “aspirazioni” dei grandi.

I sogni per la Gen Z non sono più fonte di ispirazione

A differenza delle generazioni precedenti, per molti giovani della GenZ il sogno non è infatti più una fonte di ispirazione e motivazione, ma un’evasione dalla realtà quotidiana, qualcosa che si vive “a occhi chiusi” perché, “se fosse raggiungibile, si chiamerebbe realtà”. I sogni per la GenZ non sono dunque irraggiungibili perché folli o impossibili, ma perché slegati dalla concretezza della realtà quotidiana dove si ragiona, anche per i più ambiziosi, in termini di obiettivi realizzabili nel breve termine.

Il (38%) ammette di non avere ancora un sogno preciso

Un secondo aspetto interessante è che una percentuale significativa (38%) ammette di non avere ancora un sogno preciso. Questo dato riflette una crisi che coinvolge profondamente le nuove generazioni e ha ripercussioni sul loro futuro e sull’intera società perché denota l’assenza di percorsi di orientamento realmente capaci di supportare i giovani anche dopo la laurea. Solo una minoranza (19%) trova la propria motivazione nel grande sogno in cui crede. Queste testimonianze rilevano, ancora una volta, una tendenza crescente verso la ricerca di obiettivi concreti.

I sogni per la Gen Z: confusi e disillusi

Nonostante molti giovani siano confusi e disillusi riguardo al futuro, consapevoli di vivere in un mondo segnato da guerre, crisi economiche, sociali, precarietà e una competitività estrema, molti di loro credono ancora di poter contribuire al cambiamento e di lasciare un segno significativo grazie al proprio “super potere”. Alla GenZ la vita da mediani non piace, non la accettano per cui il grande sogno di cambiare il mondo non è scomparso, ma si scontra con quella stessa mancanza di concretezza di quando da bambini si sognava di diventare astronauti.

La Gen Z mette in discussione il concetto di sogno lavorativo

Il terzo aspetto interessante che emerge è che la Gen Z mette in discussione il concetto di “sogno lavorativo“. Più della metà dei giovani, infatti, non ha la speranza di realizzarsi al lavoro come primo obiettivo; solo il 42%, infatti, vuole realizzarsi professionalmente. Le priorità di questa generazione sono infatti altre: credono nel proprio benessere mentale e fisico – tema assolutamente centrale per loro – e sanno che per realizzare grandi progetti come comprare casa, servono grandi mezzi e grandi sacrifici e spesso non sentono di averli o di volerli fare. La GenZ è la generazione della gratificazione immediata, i lunghi percorsi li sfiduciano, ma non per questo hanno perso le speranze.

I sogni per la Gen Z: come sono cambiati rispetto ai Millenial

Questo cambio di mentalità, rispetto alla generazione dei Millenial e a tutte le precedenti porta con sé profonde trasformazioni sociali ed economiche: se il sogno di una carriera ideale o quello dell’acquisto di una casa smettono dunque di essere un obiettivo primario, settori chiave come quello del lavoro e del mercato immobiliare dovranno adattarsi alle nuove esigenze della GenZ. Per attrarre giovani talenti, non sarà più sufficiente puntare sull’idea del “lavoro dei sogni”, ma sarà necessario offrire condizioni lavorative sostenibili, flessibili e incentrate sulla crescita personale. Così come il mercato immobiliare dovrà rivedere le proposte continue sul “sogno dell’acquisto della casa perfetta”, poiché i giovani sono ancora lontani dall’idea di potersela comprare.

Obiettivi concreti piuttosto che progetti irrealizzabili

È dunque fondamentale adattarsi a questa evoluzione, rivedendo modelli sociali ed economici per allinearsi alle aspettative di una generazione che privilegia obiettivi concreti piuttosto che progetti irrealizzabili. In questo cambio di approccio, è proprio il nostro concetto di “sogno” che ha molta meno presa. In sintesi: “I sogni per la Gen Z non sono più una fonte di ispirazione, ma come qualcosa di irraggiungibile. Non si tratta solo di un cambio di ‘sentiment’, ma di un’evoluzione concreta: preferiscono obiettivi più piccoli e raggiungibili concentrandosi sul presente e sul proprio benessere, piuttosto che inseguire grandi progetti fuori portata. Insomma, meno illusioni e più concretezza. Meno domani, più oggi. Meno sbatti, più benessere. È in questo gap che Zelo può intervenire guidando, attraverso insight e progetti di comunicazione e consulenza, le aziende nel trovare un nuovo modo di interessare questa generazione così complessa e spesso fraintesa” dichiara Cecilia Nostro, Founder di Zelo.

 

P.P.

Foto di Randy Tarampi su Unsplash