I latini lo sapevano. Mens sana in corpore sano, scriveva Giovenale in un verso della Satira X, sottolineando l’importanza dell’esercizio fisico come condizione indispensabile per l’efficienza della facoltà spirituale e mentale. Lo sport è da sempre, dunque, considerato una medicina per la mente. E in un mondo che corre sempre più veloce, lo sport diventa un momento importantissimo per connettersi con sé stessi e i propri bisogni. A evidenziarlo è lo studio “Sportivi & Consumi” dell’Istituto di ricerca sociale e marketing Eumetra che fornisce un’istantanea degli ultimi tre mesi delle abitudini sportive degli italiani.

Sport come medicina per la mente

È il benessere la prima molla che fa muovere gli italiani, soprattutto i più giovani, con il 64% delle persone (68% se si considerano gli under 25) che praticano attività sportiva per star bene mentalmente. Matteo Lucchi, CEO di Eumetra, commenta così il risultato dell’indagine: “In un mondo sempre più complesso, veloce e caotico, l’attività fisica diventa un rifugio, un’oasi di benessere personale per riconnettersi con i propri bisogni. Una tendenza confermata anche dalle tipologie di attività praticate”.

Yoga e pilates

Tant’è che se fino a poco tempo fa la classica partita di calcetto con gli amici era, almeno per gli uomini, la principale occasione di movimento, oggi le discipline più praticate nel nostro Paese sono infatti lo yoga e il pilates (1 volta a settimana per il 12% del campione), attività che mettono al centro il benessere psicofisico dell’individuo e che superano persino il nuoto. Ma quello degli sportivi non è un universo omogeneo: lo studio Eumetra mette infatti in luce la presenza di quattro diversi identikit di persone, con caratteristiche sociodemografiche e comportamentali ben definite.

Sport e uomini

Il 41% degli sportivi può essere considerato “fanatico”: si tratta in prevalenza di uomini, sui 40 anni, che vivono in contesti urbani, praticano sport diversi, più volte la settimana, sacrificando spesso la pausa pranzo. Particolarmente attenti all’alimentazione, si concentrano sull’aspetto competitivo dello sport e sul miglioramento delle prestazioni. Il 17%, in prevalenza giovani sotto i 25 anni, considera lo sport sinonimo di prestanza. Questo gruppo predilige le discipline individuali e pratica attività spinto dalla passione e dalla voglia di migliorarsi.

E le donne?

Il 23% rientra nella categoria “riparatore” o, meglio, riparatrice si tratta infatti nella larga maggioranza dei casi di donne, che praticano attività fisica per questioni di peso e salute. Non particolarmente soddisfatte del loro aspetto, considerano lo sport anche come un momento di svago e un’occasione per dedicare del tempo a sé stesse. Infine il 20% delle persone è spinto dal semplice bisogno di muoversi: questo segmento è composto in prevalenza da persone mature, over 55, ancora attive, che si dedicano all’attività sportiva per prevenire gli acciacchi dell’età, ma anche per socializzare e condividere momenti di svago.

P.P.

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