Roma caput feminae. Chi ha detto che in Italia le donne non portano i pantaloni? Quasi una su 4 delle imprese e società situate e Roma e in provincia sono guidate da imprenditrici donne. E’ quanto emerge dal report annuale della Camera di Commercio sull‘imprenditoria femminile in Italia. Tra giugno 2010 e giugno 2011 le imprese femminili romane sono cresciute del 2%, a fronte di una media nazionale dello 0,7%. Un dato invidiabile che conferma il costante aumento delle quote rosa nelle società italiane.
A fine giugno 2011 erano 97.351 le imprese rosa che risultavano registrate alla Camera di Commercio di Roma, 1.886 in più rispetto allo stesso dato del 2010. Su tutta la penisola, nello stesso periodo, le imprese femminili sono aumentate di 9.815 unità: in sostanza, 19 nuove imprese femminili ogni 100 registrate nel nostro Paese, risultano insediate nel territorio della provincia di Roma. La quota “rosa” sul totale delle aziende romane si attesta al 21,7%, con segnali incoraggianti di “sopravvivenza” alla crisi: le cessazioni, nel periodo considerato, sono infatti in calo del 2,2% a fronte di un dato nazionale di segno opposto (+4,9%).
Dinamiche, competenti, con una forte propensione verso le nuove tecnologie e l’innovazione le donne ‘con i pantaloni’ resistono meglio alla crisi globale e sono determinate a soffiare ruoli una volta ad appannaggio del solo pubblico maschile.
“L’imprenditoria femminile con oltre 97mila aziende nella provincia di Roma, è una componente vitale e strategica del nostro tessuto produttivo” ha sottolineato Giancarlo Cremonesi, Presidente della Camera di Commercio di Roma. La CCIAA di Roma, con il recente bando sullo start-up, ha messo a disposizione fondi di garanzia per l’accesso al credito delle giovani donne i che scelgono di affermarsi attraverso l’autoimprenditorialità.
Ma come si distribuiscono le donne – imprenditrici? E’ il commercio il comparto a maggiore concentrazione di imprese “rosa” (32% del totale), seguito dalle attività di servizi di alloggio e ristorazione (9,2%), dalle altre attività di servizi (8,1%) e dal settore delle costruzioni (6,3%). Nei 12 mesi analizzati, tutte le forme giuridiche presentano variazioni di segno positivo: +3,9% le società di capitale, +1,6% le imprese individuali, +3,6% altre forme d’impresa (unico dato negativo per le società di persone con un -0,7%). La forma giuridica più diffusa nell’imprenditoria rosa resta l’impresa individuale, sebbene la notevole espansione delle società di capitale faccia pensare che le donne ‘con i pantaloni’ puntino a organizzazioni d’impresa più complesse e strutturate.
Alessia Casiraghi