Attacca così il suo pezzo Barbara Pepi di Panorama.it rilanciando la dubbia ricerca di uno studio americano secondo il quale il boss ideale sarebbe maschio: “Rigide, severe, algide e prive del benché minimo istinto materno: le donne di potere nell’immaginario collettivo sono viste così. Un incrocio tra Angela Merkel e Miranda Priestly protagonista de Il diavolo veste Prada. Tacchi alti e sangue freddo, rossetto rosso del sangue dei sottoposti, e terra bruciata intorno”.
Da quando sono stata nominata, neanche fossimo al Grande Fratello, direttore di BELLA.IT non mi sono mai posta il problema di diventare rigida. E scrivo “nominata” appositamente, per sdrammatizzare un po’.
Severa… men che meno. Ah, se solo fosse possibile installare una webcam all’interno della nostra redazione vi rendereste conto.. Sarà che la nostra è una società editrice indipendente. Sarà che il nostro punto di forza è fare bene, ci proviamo, ma divertendoci ed in modo spensierato, ma qui di tacchi alti e rosso sangue come il rossetto nemmeno l’ombra.
Va bene, ci sta che ci si metta “in ciccetti”, come si dice a Milano, cioè un po’ in grazia di Dio quando siamo certe di dover ricevere qualche ospite, o ancora di più quando siamo noi a diventare ospiti di qualche evento, press day, festa per la stampa. Ma si sa, ogni donna ama essere presentabile e sentirsi bene nei propri panni per essere performante anche nelle relazioni sociali.
Per fortuna o purtroppo il primo biglietto da visita di una donna, come di un uomo, dobbiamo metterlo nero su bianco, restano look e aspetto fisico, ma perché confondere amabilità nel saper vestire, piacere nella cura della persona con futili emblemi di femminismi e androginia confusi a mascolinità non richiesta?
Piuttosto, dovremmo ammettere che una verità sacrosanta c’è nei giochi di potere e nei ruoli professionali. La donna-capo fa più paura ad un uomo-sottoposto che non ad una donna-collaboratrice.
Per le donne intelligenti che conoscano il senso della compagnanza femminile, per le donne oneste che sanno riconoscere nelle “colleghe di sesso” valide alleate nella messa a punto di sistemi di pensiero e di produttività, le donne sanno che, se messe insieme, sono una vera macchina da guerra.
Sappiamo pensare, agire, organizzarci, divertirci, produrre avendo ben chiare le priorità e la lista della spesa, l’agenda degli appuntamenti ed il resoconto delle scadenze da pagare. Lo sappiamo fare e se ci innervosiamo ce lo diciamo apertamente. Siamo un mix di Angela Merkel o Miranda Priestly? E che c’è di male: la Merkel la sua Germania l’ha saputa far funzionare, o almeno, l’ha difesa a spada tratta portandola in palmo di mano everywhere. Miranda si dimenticava del marito ma intanto due gemelle le ha fatte – e le donne che conoscano a menadito il film sanno bene di cosa sto parlando.
La vera verità è che a noi donne viene ancora chiesto di scegliere. Carriera o figli? Buona posizione o ottimo marito? Business plan impeccabile o ottima parmigiana con le melanzane? E’ l’opinione comune a vedere come carrieriste-UFO-saputelle-frigide-inavvicinabili le donne che, chissà poi perché, una scelta nella loro vita l’hanno fatta o più semplicemente SANNO QUELLO CHE VOGLIONO. Sono “i maschi” ad averne paura. Sono le donne meno sicure di loro stesse a non saper reggere il confronto.
Non vogliamo avere figli? E chi l’ha detto? Non abbiamo istinto materno? Perché, scrivere un editoriale pregiudica la capacità di raccontare una fiaba al pargolo, che sia proprio o di una cara amica? Sapete che sforzo ci vuole, fisico intendo, per mettersi a carponi per terra a giocare al cavalluccio senza stropicciare troppo il tailleur?
Chiedetelo al vostro capo. Al maschio. Vi dirà che prima deve passare dalla mamma o dalla signora tintora.
E c’è molto, molto ancora.
Paola PERFETTI, direttore di Bella.it