Sempre in tema di donne forti, autonome e con cariche importanti, l’attenzione va a Maria Lucia (Marilù) Galdieri, presidente nazionale delle imprenditrici, colei che rappresenta le imprenditrici associate al sistema Confcommercio nei settori di commercio, turismo, servizi e piccole e medie imprese.
Nata a Portici (NA), ricopre nella Provincia campana l’incarico di assessore al lavoro, formazione e pari opportunità, a quanto pare con passione e fermezza, se si legge il tenore dei suoi interventi e delle interviste rilasciate. Ultimamente, intervenendo ad Arezzo sul dibattito “Donne sull’orlo di una crisi economica” , ha ribadito il ruolo cruciale delle donne nel settore terziario, dove, con notevoli sacrifici, sono state in grado di reggere meglio la crisi rispetto ai loro colleghi uomini. Il motivo va spiegato, secondo la Galdieri, con la maggiore dimestichezza delle donne a ragionare in termini di economia spicciola, ma reale.
Ci tiene però anche a sottolineare che le difficoltà, per le donne, rimangono molte e impervie, a partire dalla disparità del guadagno, ben il 31,7% in meno, per arrivare al mancato riconoscimento della maternità e al problema delle pensioni, e finire con l’assoluta mancanza di strumenti che aiutino a conciliare vita privata e lavoro.
Ricordiamocelo, laddove gli uomini possono occuparsi solo di lavoro, le donne devono invece occuparsi anche di tutto il resto, e quindi figli, casa e gestione di essi. Le lavoratrici autonome, da questo punto di vista, versano in acque avverse e ancora molto alte, come rivela la presidente, se sono costrette a programmare i parti in concomitanza con qualche giorno di chiusura dell’attività e, al loro istantaneo rientro, allestire una improvvisata nursery nel retro-bottega. Tutto ciò, nonostante si sapesse o, almeno si temesse, è stato da lei detto e rivendicato senza peli sulla lingua, e fa capire quale donna sia Maria Lucia Gardieri, ma credo che nessuno dubitasse della sua grinta e tenacia in quanto a difesa dei diritti delle donne e dei lavoratori in generale.
Per chi ha seguito le vicende dell’impianto Fiat di Pomigliano D’Arco, all’inizio dell’estate, forse si ricorderà di una voce fuori dal coro del suo partito, il PdL e, per certi versi, della sua ragione, la Campania. Ebbene sì, era lei, che, noncurante degli strascichi che avrebbe potuto portare il suo intervento, si è schierata dalla parte dei lavoratori, difendendone i diritti e approvando le loro proteste. Non solo rivendicava il diritto allo sciopero, ma condannava un accordo inadeguato e irrispettoso nei confronti dei lavoratori, poiché contemplava il divieto allo sciopero, il mancato pagamento dopo tre giorni di assenza per malattia e otto ore di lavoro senza una pausa. E tutto ciò veniva contestato dalla Galdieri, che si univa al coro unanime di sindacati e rappresentanti della sinistra. E la signora, come rappresentate di centrodestra, come rispondeva a chi la accusava di fare l’occhiolino al comunismo?
Con una semplice e disarmante risposta, che si riferiva alla necessità, in quel caso come in tanti altri, di una legge all’avanguardia e al di sopra di qualsiasi ideologia politica. Cosa insegna questa storia? Le proprie idee vanno difese con coraggio, anche se si rischia la disapprovazione di chi ascolta, e ancora di più quando si ricoprono cariche importanti e le proprie parole possono essere ascoltate da molti. Niente discorsi scritti a tavolino ma, al contrario, la volontà di stare dalla parte giusta.
Vera Moretti