“Il sesso femminile, se lo si lascia fare, è crudele, ambizioso e avido di potere” diceva Publio Cornelio Tacito.
E la curiosità di Stefania Bonura in campo di cattiverie al femminile l’ha portata a scrivere “Le 101 donne più malvagie della Storia”.
Esempi di malvagità raccolte? Dal mondo reale incontriamo Isabella di Castiglia e la sua Inquisizione, la contessa ungherese Bathory che nel 1600 uccise più di 600 ragazze per fare dei bagni di sangue, Bonnie Elizabeth Parker della famosa coppia di fuorilegge degli anni ’30 Bonnie e Clyde, mentre dalla finzione Crudelia De Mon, Eva Kant e tante altre.
Profili crudeli e inquietanti di donne che a volte hanno ucciso per liberarsi da assurdi giochi di potere, come quello delle sorelle Papin, due domestiche francesi che negli anni venti accecarono e uccisero la padrona di casa e sua figlia, stanche delle continue vessazioni delle due e che per questo diventarono le paladine della lotta anti-borghese e dell’insubordinazione allo schiavismo.
Anche Margaret Thatcher figura tra le personalità elencate, perché considerata dall’opinione pubblica dell’epoca cinica e dura.
Ma anche casi di cronaca nera come quello di Annamaria Franzoni perché emblema del lato oscuro delle donne e della loro complessità, centro nevralgico su cui l’autrice ha posto la propria attenzione.
Maria I Tudor la sanguinaria per aver fatto uccidere trecento oppositori religiosi al suo tentativo di restaurare il cattolicesimo in Inghilterra dopo la Riforma, Maria Antonietta d’Asburgo per aver pronunciato la frase «Se non hanno pane, che mangino brioche!» (S’ils n’ont plus de pain, qu’ils mangent de la brioche) riferendosi al popolo francese sull’orlo della rivoluzione, Leonarda Cianciulli la serial killer italiana nota come “la saponificatrice di Correggio” e molte altre.
Un excursus storico di fatti reali misti a creazioni cinematografiche per sottolineare la vera complessità delle donne che non sono solo creature angelicate o diavoli tentatori, ma donne con dei sentimenti che a volte superano la razionalità accecate dai sentimenti, come la Medea della mitologia greca.
Giulia Dondoni