Le prime manette scattano per il portiere dello stabile in via Poma 2, Pietro Vanacore, detto Pietrino per una serie di contraddizioni riscontrate nelle sue dichiarazioni. Nel suo alibi c’è un “buco” di circa un’ora, proprio in corrispondenza dell’ora della morte. L’uomo non è in grado di fornire una spiegazione plausibile dei suoi spostamenti in quell’intervallo temporale. Ad aggravare ulteriormente la sua posizione, il fatto che l’uomo sia in possesso delle chiavi dell’ufficio teatro dell’omicidio e la presenza sui suoi pantaloni di alcune tracce di sangue. Poco più tardi si scoprirà che si tratta del sangue di Vanacore e il portiere verrà rimesso in libertà dopo circa una ventina di giorni dall’arresto.
A questo punto ad entrare nel mirino degli investigatori è l’architetto Luigi Izzo, proprietario di un’abitazione nello stabile di Via Poma, in vacanza all’ Argentario nei giorni del delitto, ma sospettato di aver coperto l’assassino della Cesaroni dal momento che all’interno della sua abitazione viene ritrovato un asciugamano sporco di sangue. Ma anche questa pista non porta a niente.
Nel marzo del 1992 si fa avanti un certo Roland Voller, personaggio piuttosto controverso con diversi precedenti per truffa e con presunti legami con i servizi segreti. Voller accusa dell’omicidio Federico Valle, nipote dell’architetto Cesare Valle. Secondo quanto sostenuto da Voller, il Valle avrebbe ucciso Simonetta per vendetta dopo aver scoperto la relazione tra quest’ultima e suo padre. Quella sera infatti, sempre secondo quanto affermato da Voller, Federico Valle sarebbe tornato a casa sporco di sangue. Ad aiutarlo a ripulire l’appartamento sarebbe stato proprio Pietro Vanacore. Ma anche in questo caso le indagini ben presto si arenano. Non ci sono sufficienti riscontri per procedere.
Nel 2004 il top trovato appoggiato sul ventre di Simonetta ed il reggiseno indossato dalla vittima vengono nuovamente analizzati e viene trovato materiale biologico contenete DNA. Si tratta del profilo genetico di Raniero Busco, il fidanzato della vittima all’epoca dell’omicidio, che viene quindi iscritto nel registro degli indagati.
Alla prossima puntata…
Roberta BRUZZONE – criminologa e psicologa forense Presidente dell’Accademia Scienze Forensi
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