Tra i vari testimoni di accusa, difesa e parte civile, c’è chi ha confermato sostanzialmente quanto dichiarato durante le indagini preliminari, chi si è avvalso della facoltà di non rispondere, chi si è trincerato dietro ai troppi “non ricordo”, “non so”, chi ha cercato di aggiustare il tiro a proprio beneficio o a beneficio di altri. E di questi ultimi si occuperà molto presto la Procura di Taranto.

La requisitoria dei pm Mariano Buccoliero e Pietro Argentino è durata 4 giorni. Oltre 30 ore di serrata ricostruzione in cui nulla viene lasciato al caso. Ogni passaggio viene affrontato, spesso adottando il punto di vista più favorevole agli indagati proprio per non lasciare spazio a possibili “fraintendimenti”. Un pezzo alla volta viene affrontata e sistemata in maniera coerente ogni tessera di quel complesso puzzle che ormai è diventato il caso Roberta-Bruzzone-criminologaScazzi”. E la chiave di lettura può essere solo una al termine di quella “maratona” dell’anima oltre che giudiziaria: sono tutti coinvolti. Ergo, sono tutti colpevoli.

Il pm Buccoliero ha raccolto in 600 pagine il cuore pulsante dell’impianto accusatorio. 600 pagine che svelano, per filo e per segno, ogni aspetto del “mistero” che ha avvolto per troppo tempo gli ultimi istanti di vita di Sarah e quelli immediatamente successivi alla sua morte. Non c’è pietà in questa ricostruzione così come non c’è stata pietà per Sarah.

Giustizia è fatta, almeno per il momento. Ora attendiamo fiduciosi il processo di secondo grado.

Roberta BRUZZONE – criminologa e psicologa forense Presidente dell’Accademia Scienze Forensi 

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