Sono passati ormai oltre due mesi dal ritrovamento del corpo senza vita di Claire Martin all’interno della sua abitazione a Carpignano di Grottaminarda, in provincia di Avellino, ma restano ancora avvolte nel mistero più fitto le circostanze entro cui la sua morte sarebbe maturata. La donna, 30 anni, di nazionalità inglese, era legata sentimentalmente con un cuoco della zona, Diego Mascolo, da cui aveva avuto un bambino che all’epoca dei fatti era dai nonni paterni.
Sul corpo della donna i segni di un’arma da taglio che ha attinto la vittima attraverso 10 coltellate alla gola. I genitori della vittima non sembrano avere dubbi: si tratta di omicidio. Ma gli inquirenti sul punto sembrano pensarla diversamente e non escludono che possa anche essersi trattato di un suicidio.
A supporto della tesi della Procura ci sarebbero le macchie di sangue e la traiettoria dei colpi inferti alla donna, l’assenza di segni da difesa sulla vittima e lo stato dei luoghi entro cui è stata ritrovata priva di vita la donna inglese.
Di tutt’altro avviso e’ invece il padre della Martin, Colvin, che al Daily Mail così commenta la morte della figlia: «Non so chi abbia ucciso la mia Claire ma so che non si è suicidata». Secondo il padre è assolutamente improbabile che la figlia possa avere infierito su se stessa con ben 10 coltellate per togliersi la vita.
L’uomo descrive Claire come una ragazza sempre allegra, con un sorriso e una parola buona per tutti. Riferisce che nessuna ombra incombeva sulla sua vita ed era legatissima al figlio ed al compagno.
Nell’ultimo periodo secondo il padre le pesava la lontananza del compagno che era in Germania per lavoro. Ma si trattava di una comprensibile tristezza non certo di un quadro depressivo compatibile con un presunto suicidio. La famiglia di Claire grida quindi a gran voce che la figlia non si è uccisa e invita gli inquirenti a cercare il suo assassino.
Ad oggi sappiamo molto poco delle circostanze entro cui è maturato il decesso. Sappiamo che la carotide non è stata raggiunta dall’arma da taglio (ritrovata vicino alla vittima). Lo conferma anche il medico legale Macchione. C’è poi il computer della vittima che è stato sottoposto ad analisi alla ricerca di una possibile pista alternativa. Insomma, nulla viene trascurato per far luce sulla tragica morte di questa giovane madre inglese.
Per il momento ogni ipotesi o considerazione di sorta appare prematura. Dobbiamo attendere che il quadro investigativo venga completato anche perché al momento non sono emersi elementi compatibili con la pista dell’omicidio passionale.
Roberta BRUZZONE – criminologa e psicologa forense Presidente dell’Accademia Scienze Forensi