L’unico ad essere rimasto a vivere nella villetta era proprio Domenico Belmonte che in quegli anni si era sostanzialmente ritirato in quel luogo in completa solitudine. L’unico ad aver mantenuto rapporti con il dottore era l’ex genero, Salvatore Maiolo.
Ma torniamo alla CTU a firma del Prof. Introna. Emergono alcuni aspetti piuttosto significativi tra cui l’assenza di segni di violenza sui due corpi e l’assenza di segni di trascinamento post mortem.
Ciò che è stato possibile stabilire è che i corpi delle due donne si sono decomposti esattamente nel luogo in cui poi sono stati ritrovati.
La causa di morte sarebbe dunque una overdose di Lormetazepan, medicinale utilizzato per curare i disturbi del sonno. Ma non è tutto.
Sui resti sono state individuate tracce di acido muriatico, topicida, DDT, e calce che, secondo Introna, sarebbero serviti “a lavare ripetutamente le salme”. Forse per lenire l’odore acre della putrefazione? Ma se è davvero andata così, chi è stato a praticare tali anomali “lavaggi” sulle salme all’interno di un’intercapedine alta 60 cm?
Inoltre sono state trovate tracce di Lormetazepan anche all’interno della bacinella trovata accanto ai resti. Nella bacinella però non sono state trovate tracce di DDT che invece era presente sulle salme.
Le tessere di questo puzzle sono dunque ben lungi dall’essere state inserite coerentemente nel quadro generale.
Ad oggi gli unici indagati per la misteriosa morte delle due donne restano Domenico Belmonte e Salvatore Maiolo. Ma indubbiamente il quadro investigativo necessita di ulteriori approfondimenti.
Roberta BRUZZONE – criminologa e psicologa forense Presidente dell’Accademia Scienze Forensi
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