Un catechista 40enne di Altavilla Milicia, in provincia di Palermo, avrebbe abusato sessualmente di quattro ragazzini di età inferiore ai 14 anni. Per questo gli agenti della Polizia di Stato, su ordine del gip del Tribunale di Termini Imerese, che ha accolto la richiesta del Pm Paolo Sartorello ha sottoposto agli arresti domiciliari l’uomo, che insegna in una scuola primaria.
Per il catechista, persona nota in ambito locale per la sua partecipazione attiva all’interno della parrocchia, per la gestione dei ministranti, dei campi estivi e dei diversi gruppi giovanili ruotanti intorno alla chiesa, un anno fa la Procura ordinò l’applicazione di una prima misura cautelare domiciliare per l’uomo.
Prima di allora l’equipe di una comunità alloggio per minori aveva denunciato gravi episodi a valenza sessuale posti in essere nei confronti di un 13enne dal proprio catechista, soggetto noto nella comunità parrocchiale del centro del palermitano che da due anni seguiva il minore in un corso di preparazione alla Cresima, e che negli ultimi mesi, aveva intessuto un rapporto morboso, malcelato dalla disponibilità ad impartire gratuitamente lezioni di doposcuola.
L’atteggiamento ossessivo ed invadente dell’indagato, protrattosi nel tempo, aveva turbato a tal punto il minore, da convincerlo a confidarsi con gli educatori della comunità che, allarmati, avevano inoltrato prontamente una denuncia alla Procura.
Nel corso delle indagini è emerso come l’indagato intrattenesse rapporti ambigui e morbosi anche con altri minori ospiti di altre case famiglia. Così come accertato da nuove indagini condotte dalla Squadra Mobile palermitana, l’uomo avrebbe abusato di altri quattro minorenni a lui affidati quale educatore parrocchiale e catechista.
Le vittime, minori di 14 anni, hanno fornito ulteriori elementi indizianti nei confronti dell’indagato che, nonostante il suo precedente coinvolgimento in gravi analoghi episodi, aveva continuato ad accettare incarichi di supplenze presso istituti scolastici, mantenendo attivo il suo coinvolgimento nelle attività connesse alla chiesa.
L’arrestato, già indagato per violenza sessuale e sottoposto alla misura degli arresti domiciliari, aveva mantenuto un rapporto privilegiato con i minori, conservando un atteggiamento volto a lusingarli, offrendo loro tutto ciò di cui erano privi, sostituendosi alle persone di famiglia nelle vesti di padrino, offrendo loro oggetti di valore e la possibilità di uscire in compagnia.