La tensione tra governo e partiti cresce di giorno in giorno. La tripla fiducia sulla legge anticorruzione ha tirato la corda che tiene legato il Pdl alla maggioranza fino quasi alla rottura. Se ora il governo deciderà di mettere la fiducia sulla riforma della responsabilità civile dei magistrati al Senato, il rischio di che il partito di Alfano faccia cadere il governo diventa concreto.
Nel Pd non aspettano di meglio, che sia cioè il Pdl a farsi carico della responsabilità della rotttura. Bersani vuole le elezioni anticipate più di chiunque altro ma è tenuto a freno dal presidente della Repubblica. Se fossero gli ex berlusconiani a far saltare il tavolo, il Pd sarebbe pronto a raccogliere il suo residuo consenso, mettere in campo ogni possibile alleanza e vincere le elezioni senza troppa fatica.
Entrambi i partiti maggiori sperano che accelerando la fine della legislatura si possa bloccare l’inarrestabile corsa del movimento 5 Stelle che alcuni sondaggi danno già come primo partito. Ma i conti sono fatti ancora una volta senza l’oste. E’ difficile che Giorgio Napolitano apra una crisi nel bel mezzo della tempesta che sta mettendo a rischio l’euro, l’eurozona e l’Unione tutta intera.
E’ più probabile che il Capo dello Stato conferisca un nuovo incarico a Monti, un Monti bis insomma, con l’unico mandato di portare il paese alle elezioni a scadenza naturale della legislatura.
Giancarlo LOQUENZI – Direttore responsabile de L’Occidentale