Uno studio pubblicato recentemente dalla rivista Human Relations ha dimostrato che, su un campione di 60.000 lavoratori full time intervistati, il 72% ad una donna preferirebbe avere un capo uomo. Noi non siamo d’accordo. O meglio noi capiamo i motivi per cui un numero così significativo abbia dato questa risposta.
È vero, le donne saranno forse più intransigenti e più umorali, faranno meno cameratismo e si giudicheranno (anche per le scarpe che indossano) tra loro. Ma, Signore e Signori, vorremmo invitarvi a riflettere sulle condizioni in cui le donne si trovano a dover lavorare. Per riuscire a ricoprire posti di rilievo, tanto più facilmente occupate dagli uomini, devono lavorare, senza esagerare, almeno il doppio. Devono sfidare il pregiudizio secolare secondo cui se una donna è bella è, ipso facto, scema. Devono dimostrare di avere abbastanza attributi per riuscire a portare in porto trattative di affari in ambienti smaccatamente maschilisti.
Capirete, quindi, da voi il perché spesso le donne si trovino costrette a difendere con le unghie e con i denti il posto che hanno tanto faticosamente conquistato, ad essere ruvide, aggressive e a mascolinizzarsi.
La società in cui viviamo, nonostante i passi in avanti fatti dai tempi in cui alle donne non veniva dato nemmeno diritto di parola, è ancora davvero troppo maschilista. La lingua italiana stessa ce ne dà esempi lampanti. Perché quando si deve fare riferimento ad una cosa positiva si dice che sia una “figata”, e quando invece si fa riferimento ad una cosa negativa si parla invece di “cazzata”? Per le donne, non dovrebbe essere il contrario? Assolutamente sì. E perché, ancora, se una donna è molto in gamba si dice che “ha le palle“? Ma anche no.
Umorali, è vero. Con la luna di traverso, inclini alle lacrime e, altrettanto, facilmente inclini agli entusiasmi. Ma, cari uomini, avete mai provato voi la tempesta ormonale che si scatena in ogni donna nel periodo preciclo? Sapete che cosa significa essere bombardate una ma anche due volte al mese da una caterva di ormoni? No. Altrimenti sareste certamente più comprensivi.
Ma se la ricerca pubblicata da Human Relations è di per sé triste, ancora più sconfortante è il dato emerso dallo studio fatto su alcuni studenti di una business school statunitense a cui è stato chiesto di descrivere il carattere di un imprenditore di successo. Bellezza, carisma, talento e coraggio sono le caratteristiche di pertinenza del capo maschio. Bruttezza, acidità e solitudine sono quelle del capo donna. Desolante. È possibile, ci chiediamo, che nel 2013 siamo fermi a tanta arretratezza? Tutto, secondo gli antropologi, dipende dall’incapacità di sapere accettare entro tempi ragionevoli (teniamo presente che parliamo ormai di quasi un secolo) il cambiamento dello status quo. Ancora più scoraggiante.
La redazione di BELLA.it è costituita da donne con a capo una donna. Possiamo assicurarvi che non regnano ansie, isterismi, né volano coltelli da una scrivania all’altra. Ci si passa il fazzoletto quando in periodo mestruale siamo tutte propense (colpa della sindrome del collegio) alla lacrima e ci si scambia le scarpe quando bisogna andare agli eventi. In una parola: c’è collaborazione. Alla faccia di chi dice che le donne non sanno fare squadra.
Pinella PETRONIO