un altro sottufficiale della Capitaneria di Porto, e un impiegato del corpo Piloti di Genova. Al Molo Giano si continua a lavorare per cercare di liberare la banchina da ciò che resta della Torre di controllo del Porto, una struttura in cemento alta oltre 50 metri.
Alle 23 di martedì è stata colpita in pieno, e inspiegabilmente, dalla poppa della porta container Jolly Nero, della linea Messina. È venuta giù di schianto, seppellendo tutti coloro che c’erano al suo interno, 13 persone secondo – appunto – il bilancio provvisorio reso noto dalle forze dell’ordine. La torre, di cemento e vetro, si è come “afflosciata” nelle acque nere di molo Giano. Dei quattro feriti accertati, due sono stati ricoverati in codice rosso, altri due sono in condizioni meno gravi. I quattro si sono salvati perché sarebbero riusciti a gettarsi in mare prima del crollo della torre. Poche le speranze, invece, di trovare in vita le sei persone disperse. Sommozzatori dei vigili del fuoco hanno scandagliato il fondo del porto per tutta la notte, mentre decine di uomini del soccorso lavorano per rimuovere le macerie della torre e delle due palazzine della Capitaneria crollate dopo l’urto. Si opera anche con l’ausilio di un pontone, in condizioni difficili.
Dei dispersi, tre sarebbero rimasti imprigionati all’interno dell’ascensore della torre, poi finito o in acqua o sepolto dalla macerie. Subito dopo l’incidente si sono recato sul posto il sindaco, Marco Doria, il prefetto, Giovanni Balsamo, il presidente dell’AP, Luigi Merlo, l’armatore, Stefano Messina. Sconvolti. ” È una tragedia inspiegabile” ha detto Merlo.
“Siamo senza parole, e disperati” ha aggiunto Messina. La nave è stata sequestrata. Secondo alcune testimonianze avrebbe avuto un’avaria ai motori, per cui era diventata ingovernabile. “Di certo non doveva essere lì” ha commentato Merlo. “Una nave di quelle dimensioni non può far manovra in quella zona“.
Il sindaco Doria ha proclamato il lutto cittadino.
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