Il 2012 inizierà con un record per IBM: dal primo gennaio infatti siederà sulla poltrona dell’amministratore delegato una donna, Virginia Rometty. E’ la prima volta, nella storia della società, che a ricoprire questa importante carica c’è una donna ed è toccato a questa signora di 54 anni fare da “pioniera”.
Gli amici la chiamano Ginni, anche se questo soprannome così innocuo non si addice ad una donna che, succedendo a Samuel J.Palmisano, si appresta ai diventare una delle donne più potenti d’America, accanto a personalità del calibro di Ursola Burns di Xerox, Indra Nooyi di Pepsi, Ellen J. Kullman di DuPont e Meg Whitman di Hewlett-Packard.
Ciò che fa piacere è sapere che la Rometty non è arrivata in vetta per una questione di “quote rosa” ma, piuttosto, per meriti professionali che non hanno lasciato dubbi su chi dovesse ricoprire questa importante carica.
A fare la differenza pare sia stato il suo approccio, volto ad offrire soluzioni intergate per il business e non solo prodotti.
Virginia Rometty fa parte del gruppo IBM dal lontano 1981, dopo la laurea in scienze informatiche conseguita presso la NorthWestern University e nel 2008 è stata l’artefice dell’acquisto della Pricewaterhouse Coopers per 3,5 miliardi di dollari, allora considerata un’operazione rischiosa. L’anno successivo è diventata senior vice president e, insieme a Palmisano, ha formato un’accoppiata che si è rivelata vincente.
All’inizio di quest’anno IBM ha sorpassato Microsoft come seconda societa’ tecnologica per capitalizzazione di mercato, con davanti solo il colosso Apple.
Proprio perché la società continua a collezionare successi, la Rometty non rivoluzionerà politiche e strategie, ma, al contrario, rafforzerà quelle che sono le tendenze già presenti.
In questo caso, non è consigliato lasciare la strada vecchia per la nuova.
Vera Moretti