Dopo la messa al bando dell’abbronzatura “naturale”, quella dovuta all’esposizione al sole per intenderci, e quella artificiale tra lampade e lettini abbronzanti, oggi è la volta degli spray autoabbronzanti.

L’allarme arriva oltreoceano: alcuni spray tan infatti conterrebbero sostanze chimiche dannose per la salute se inalate.

Un team di ricercatori americani hanno esaminato il diidrossiacetone (conosciuto anche come Dha), una sostanza chimica componente nei prodotti per l’abbronzatura senza raggi, una sostanza che se per errore viene inalata può causare molti problemi, tra cui l’aggravamento dell’asma per chi già ne soffre e addirittura modifiche nel Dna. Una cosa seria insomma.

Spiega così Lynn Goldman, uno dei ricercatori che ha preso parte allo studio: «La sostanza sembra avere un potenziale nel creare mutazioni del Dna nelle cellule viventi, cosa che rappresenta un serio problema e che deve essere ulteriormente studiato.»

Benché la Food and Drug Administration abbia approvato nel 1977 l’uso esterno del Dha, le sostanze contenute negli spray autoabbronzanti non sono mai stati esaminate.

Fa luce sulla questione Leonardo Celleno, cosmetologo dell’Università Cattolica di Roma: «Il diidrossiacetone è una sostanza sicura se applicata sulla pelle, ma questo non significa che, se usata in spray con propellenti, la sua innocuità sia mantenuta. Questa sostanza  viene utilizzata perché si lega alle cheratine dell’epidermide, le proteine di cui sono ricche le nostre cellule della superficie cutanee. Stabilisce, infatti, un legame con esse e produce una colorazione che ricorda quella dell’abbronzatura naturale, ma non stimola in alcun modo tale processo.»

Il problema dunque non è quando il Dha si unisce alle cellule dell’epidermide, quanto quando questo entra in contatto con le mucose dell’apparato respiratorio.

Con la salute non si scherza. Meglio bianchi che effetto lampados.

 

Giulia DONDONI