Che fossimo più brave a scuola non è mai stata una novità, ma che le corsie ospedaliere fossero nelle nostre mani non era poi così scontato.
Sembra infatti che il 64% dei medici under 30 sia di sesso femminile. Dati imponenti per una professione che fino a qualche decennio fa era appannaggio totale dei colleghi maschi.
Eppure diciamocelo, per diventare medici oggi ci vuole una gran testa, un’infinita voglia di studiare, una buona dose di empatia e un pizzico di follia. Si, perché se una volta questa professione era considerata di estremo prestigio, tramandata di padre in figlio e il parere del medico era legge divina, oggi abbiamo a che fare con ben altri orizzonti.
Le persone sono sempre più informate, più portate a capire e a gestire in autonomia i propri problemi, più desiderose di apprendere, di essere ascoltate e consigliate, più aperte alle novità e con la possibilità di confrontare dati e pareri in assoluta libertà.
In questo momento al medico non servono solo un grande self control e una preparazione ferrea, ma anche chiarezza, flessibilità, dolcezza e un pizzico di ironia. Tutte doti che noi donne abbiamo da vendere.
Ma come si conciliano una carriera come quella del medico e un ruolo di madre e moglie? Come si fa a sbarcare nel mondo del lavoro a 30 anni, costruire una famiglia e gestire reparto e bebè?
Basta scegliere un partner collaborativo tra le mura domestiche! Quando in famiglia si lavora entrambi, le incombenze casalinghe vanno suddivise equamente.
Purtroppo sembra che la parità intellettuale sia arrivata ben prima di quella di coppia. Pare infatti che le donne, pur lavorando le stesse ore degli uomini, si occupino di quasi l’80% delle faccende domestiche.
Questo spiega perché una donna medico su tre sia separata o single… Unire una carriera impegnativa ad un partner fannullone non piace a nessuno!
Se poi analizziamo la maternità, sembra che ben due dottoresse su tre diano alla luce almeno un figlio. In Italia il 20% delle donne non ci pensa nemmeno, il che rende il dato meno allarmante di quanto si pensi.
La specialità più richiesta dalle neolaureate resta comunque la pediatria, seguita a ruota dalla ginecologia e dall’odontostomatologia. Inversione di tendenza però in reparto chirurgico, dove pare che le nuove leve stiano aumentando considerevolmente, abbattendo anche questo ultimo muro del monopolio maschile in sala operatoria.
Un futuro rosa quindi per la medicina e la chirurgia italiane, che ci rende estremamente orgogliose.
Erika Pompili