Il rapporto mamma-figlia è meraviglioso ma altrettanto complicato. Ci sono dei genitori talmente ‘importanti’ per la loro bellezza e avvenenza che diventano un ‘peso’ per i figli che molto spesso non riescono a (sop)portarlo. Pensate a Naike Rivelli e Ornella Muti, o Loures Maria e Madonna per andare a dare uno sguardo oltreoceano…
Quando si parla di chirurgia estetica poi sembrerebbe esserci in corso una sorta di guerra a colpi di bisturi. Uno studio condotto dalla Dott.ssa Maria Grazia Caputo su un campione di circa 600 ‘figlie di mamme rifatte’ under 25, residenti sotto al Cupolone, ha dato dei risultati eloquenti.
Le mamme rifatte sono troppo “innaturali” per la stragrande maggioranza delle intervistate (37%) che ritiene l’invecchiamento un fattore “normale, fisiologico e inevitabile”, da accettare e non combattere a tutti i costi. Il 20% definisce “imbarazzante” avere una madre “rifatta”, 19% lo ritiene un “inutile spreco di denaro”. Il 12% lo trova “immorale e gravemente sconveniente”, specie se oltre i 65 anni. Per l’8% la cosa peggiore è la “perdita di espressione del volto e nell’innaturalità di sorriso e sguardo”.
Gli interventi peggiori sarebbero quelli alle labbra, il 32% le reputa “volgari e innaturali” come per gli zigomi (27%) e per il mento (23%), colpevoli di “mutare troppo radicalmente il disegno armonico del volto“.
Se si parla invece di seno e lato b, a fare la differenza è il modo in cui viene svolto l’intervento. Per il 20% del campione, una mastoplastica additiva esagerata, alla Pamela Anderson, è “fastidiosa, imbarazzante e del tutto fuori luogo”, così come la liposuzione al sedere che, se non accompagnata da una dieta o da attività fisica, è percepita come “inutile, se non addirittura antiestetica”.
Più tollerati, invece, sono gli interventi soft, come quelli che servono ad infoltire i capelli. Questa tipologia di trattamenti è ben accetta da oltre il 40% del campione, così come ogni azione di tintura dei capelli o di extension. Per il 73% delle figlie viene promossa a pieni voti la medicina estetica in generale, in quanto “meno invasiva, più sicura e con effetti che possono essere tenuti facilmente sotto controllo”.
“A volte la ricerca della giovinezza a tutti i costi diventa ossessione e induce in errore. E’ per questo che non mi sorprende il risultato della ricerca – afferma la Dott.ssa Caputo – Negli ultimi anni, infatti, diverse sono le mamme che entrano nel mio studio accompagnate direttamente dalle proprie figlie. E sempre più spesso si assiste a piccoli dibattiti generazionali sulla tipologia di trattamento da applicare. Spesso ci si sottopone ad interventi chirurgici non strettamente necessari, quando si può intervenire con azioni meno invasive ma altrettanto efficaci, soprattutto mirate a gratificare la donna e accrescerne l’autostima”.
Lo studio rivela, infine, quali sono le motivazioni che, secondo le figlie, spingono le madri al ritocco. Per il 31% del campione, al primo posto c’è la paura di essere tradite dal proprio uomo, che sia un marito o un compagno, seguita dal desiderio di competere con le altre donne (28%). Al terzo posto, con il 25% delle preferenze, c’è la classica paura di invecchiare, come se una rinoplastica o una liposuzione fosse l’elisir dell’eterna giovinezza.
Insomma essere ‘belle a tutti i costi’ non sembra valere per le giovani figlie. Ma, la penseranno allo stesso modo quando sarà la loro volta di spegnere 50 candeline?
MaZ