Un bando di concorso indetto da Merk Serono, società con sede a Ginevra che si occupa dello sviluppo di farmaci innovativi, è stato per Sarah Mead uno spunto per raccontare la sua vita.
Bisognava scrivere la sceneggiatura per un cortometraggio e lei ha pensato di filmare e scrivere la sua esperienza di malata di sclerosi multipla ma, nonostante ciò, partecipante alla maratona di Londra 2010.
Tutti si aspetterebbero, da una persona affetta da una malattia così grave, una vita tranquilla e priva di eccessi, se si pensa che la sclerosi multipla si fa sentire, ogni giorno, con tanti ostacoli da superare.
Non si tratta di una storia strappalacrime, ma del racconto di una persona che si prepara ad un evento importante come farebbe qualunque atleta.
Perché Sarah ha scelto proprio la maratona, una specialità così difficile e dura? Insomma, 42 chilometri di corsa sono tanti per chiunque, la maggior parte della gente al mondo non si cimenterebbe mai in una gara così impegnativa. Ma, a quanto pare, la sclerosi multipla “E’ una maratona, non uno sprint”, per citare il titolo del cortometraggio scritto da Sarah e realizzato dalla regista Robin Sheppard, e nessun altro sport potrebbe spiegare meglio questa malattia. E’ la metafora di ciò che accade nella vita dei pazienti, che prima devono scontrarsi con un terribile verdetto e poi, nonostante sembra che tutto stia per crollare, bisogna trovare la forza per andare avanti, senza arrendersi, proprio come succede durante una maratona. La fatica è tanta, si vorrebbe mollare tutto e ritornarsene a casa, e invece si prosegue, chiedendo a corpo e mente uno sforzo in più.
Anche Sarah ammette che, nella sua vita quotidiana, “deve dare il meglio di sé in ogni situazione, misurando le proprie forze e la propria resistenza”. E lei, il suo meglio l’ha dato due volte di più, partecipando alla gara e vincendo il concorso.
Il suo cortometraggio, dopo essere stato proiettato in anteprima a Bruxelles, arriverà nelle sale cinematografiche delle principali città europee.
Il primo impatto è stato notevole, poiché in tutto il mondo sono stati in tanti a voler partecipare alla campagna di sensibilizzazione nei confronti di questa malattia, perciò sicuramente Sarah sarà orgogliosa di aver raggiunto, ancora una volta, il traguardo.
Vera Moretti