“Mi è sempre piaciuto esprimere la mia personalità indossando anelli accompagnati dalla manicure maschile. Lo vedo come un modo per personalizzare il corpo e un’altra espressione di sè” a dirlo è Karim Rashid, designer instancabile ed eclettico che ha deciso di esprimersi anche nel campo nails grazie alla collaborazione con Faby. Il risultato è la limited edition di smalti Love Kolor, una vera e propria dichiarazione d’amore ai colori oltre che un omaggio a New York, città a cui si ispira la collezione. Il designer si è occupato della scelta dei colori ma anche del design del packaging e dell’espositore, un vero e proprio tuffo nel meraviglioso mondo di Karim Rashid.
Ma facciamo un passo indietro, ecco com’è andata.
Come è avvenuto l’incontro con Alessandro Viale (ndr manager del brand), è stata la passione dello smalto ad unirvi? Lo indossa spesso?
Alessandro mi ha voluto conoscere proprio perché indosso lo smalto e Faby va sempre alla ricerca di nuovi testimonial maschili. Io lo indosso da quando avevo 17 anni e solitamente utilizzo il bianco. Però, da quando collaboro con loro sono diventato molto più audace.
L’utilizzo dello smalto però non ha avuto molta diffusione nell’universo maschile. Il ‘metrosexual’ usa le creme e si fa le lampade ma lo smalto colorato sulle unghie non si vede molto…
Una volta qualcuno ha detto che trasformo il maschile in femminile. Io voglio vivere in un mondo universale, dove tutto è bello, dove tutto è di design, e dove tutto è costruito senza basarsi sull’età o sul genere. Devo dire che odio questo concetto sia nella moda che negli oggetti. Se vivessimo in un mondo parallelo dove gli uomini si truccano e le donne no non avremmo nulla da ridire. Io ho sempre odiato il cliché dei generi. Ad esempio, il rasoio Gillette è morbido e dalla forma accattivante, rosa o azzurro chiaro per le donne, duro e color argento e nero per gli uomini. Perchè? Credo che dovremmo smetterla di farci sedurre da queste idee precostituite e cominciare ad utilizzare prodotti che vanno bene sia per gli uomini che per le donne.
Che prodotti fanno parte della sua beauty routine?
Mia moglie Ivana è ingegnere e si occupa di ricerca da L’Oreal ed è stata anche una modella nel suo paese natale, la Serbia. Lei mi consiglia i prodotti da usare ed è affascinante sapere cosa stiamo spalmando sul nostro corpo. Io utilizzo spesso il brand Origins e tanti altri cosmetici tutti biologici ogni giorno. Adoro la shaving cream di Kiehl’s, penso sia la migliore, solo che mi piacerebbe che riformulassero il prodotto togliendo i conservanti ed altre sostanze chimiche che usano. Poi uso anche una maschera al retinolo ogni tre giorni e prendo 27 integratori ogni mattina. Bevo succo di frutta organici e mi alleno sei giorni a settimana. Per gli abiti, mi vesto tutto di bianco, tutto giallo limone, tutto rosa, tutto azzurro o tutto viola cambiando colore ogni giorno (compresi underwear, calze, cappotto, cintura, che sono sempre in tinta). Questa è la mia beauty routine e la mia estetica.
La collezione per Faby Love Kolor si ispira a New York ma, dato che ha avuto modo di conoscere l’Italia, che colori avrebbe scelto per raccontare il nostro paese?
Verde smeraldo, nero, rosso Ferrari e bianco che è il mio preferito, come una caprese e come la vostra bandiera. Poi mi piace molto il color terracotta, una sorta di marrone con riflessi rossi.
Nel Karimanifesto lei afferma che “Dobbiamo svincolarci dalla nostalgia, dalle tradizioni antiquate, dagli antichi rituali kitsch e senza senso e che dobbiamo essere coscienti e sintonizzarsi con questo mondo in questo momento”.
Come crede che questo possa essere applicato nella vita di tutti i giorni?
A livello ideale, ciò che ci circonda a casa dovrebbe trasmetterci energia positiva, esperienze intense, design contemporaneo, un nuovo comfort nello stesso tempo informale e spirituale. I nostri oggetti dovrebbero parlare della contemporaneità e coinvolgere la tecnologia all’avanguardia che non avere a che fare con la nostalgia. Vedo che nell’ambiente domestico tutto diventa più tecnologico, più smart, più accattivante e sensuale, un minimalismo più soft e umanizzato.
Vorrei che tutto fosse più ‘soft’, nel senso non solo della forma ma anche nei materiali. Superfici tattili che sono fisicamente piacevoli da toccare, superfici visive e fisiche ‘morbide’ costruite con materiali intelligenti, translucidi, trasperenze, LCD. Le carte da parati polimeriche, ad esempio, tutto ciò contribuisce a questa nuova ‘morbidezza’ nel nostro ambiente. I materiali adesso possono essere flessibili, possono cambiare, possono essere svincolati dalle tradizioni, dalla storia e possono essere personalizzabili.
Secondo Bruno Munari “Chi usa un oggetto progettato da un designer, avverte la presenza di un artista che ha lavorato anche per lui, migliorando le sue condizioni di vita e favorendo la trasformazione di un rapporto con il mondo dell’estetica”.
È d’accordo con questa visione? Che valore ha un designer ed un oggetto di design oggi?
Certamente! Il design si occupa di rivitalizzare la nostra cultura e il nostro ambiente che è in continua evoluzione. Non si tratta di trend, neanche di problemi da risolvere, non è solo ‘forma’ o ‘funzione’, il design è lo strumento di progresso e di evoluzione del nostro mondo estetico ed esperienziale.
Martina ZANGHI’