Cosa accade dopo un rapporto non protetto?
Ansie, angoscia, e…corse. Corse verso l’ospedale, la guardia medica, il pronto soccorso più vicino, per ottenere la risposta più logica alle nostre preoccupazioni: quella risposta è la pillola del giorno dopo.
Ma il punto è che ancora, in moltissime parti d’Italia, è un argomento scottante. La contraccezione d’emergenza è ancora una questione difficile, seppure non sia affatto controversa.
Innanzitutto, i dati Istat ci mettono al corrente di un dato importante: l’età di quasi il 50% delle donne e degli uomini che si sono informati o hanno utilizzato questo metodo va dai 19 ai 35 anni. Si tratta in linea di massima di una fascia d’età dove non manca la consapevolezza dei rischi dei rapporti sessuali, e la maggiore causa non è, come si pensa, il coito interrotto ma bensì l’uso non corretto (o qualche incidente) di contraccettivi comuni, come pillola e preservativo.
La cosa più importante, però, è che si vorrebbe evitare la maternità per un motivo molto più valido di quanto sembri: la mancanza di stabilità economica. Questo è il maggiore motivo che porta i giovani a ricorrere alla pillola del giorno dopo, ma, nel nostro paese, gran parte delle coppie che si trovano a girare per gli ospedali si scontrano con il muro degli obiettori di coscienza, e si ritrovano a fare i conti con i loro sensi di colpa.
Ciò è causato dalla disinformazione sul farmaco: è scorretto definire la pillola del giorno dopo una pillola abortiva, tanto quanto è scorretto valutarla come un farmaco potenzialmente pericoloso: l’Organizzazione Mondiale Della Sanità l’ha innanzitutto classificato come un farmaco che può essere assunto senza restrizioni, di conseguenza non più pericoloso di un qualsiasi altro metodo contraccettivo, e, più importante, ha efficacia solo se assunto entro le prime 72 ore dal rapporto.
Con un grande ma: se l’impianto nell’utero è già avvenuto, la pillola non ha alcun effetto. Di conseguenza, non scatena l’aborto. E’ per questo che prima viene assunta, prima si evita la gravidanza.
E’ corretto dunque avere una buona consapevolezza di ciò che si assume e di come, e c’è di più: per quanto un medico possa affidarsi al suo Codice Deontologico per non prescriverla, è comunque tenuto a indicare un luogo dove la pillola viene prescritta.
Nel caso ne abbiate bisogno, non esitate a ricordarlo ai medici che incontrerete. Vedrete che i tempi saranno decisamente più brevi.
Caterina Damiano