E’ arrivata la primavera, fuori c’è un bel sole, la vita è meravigliosa. Non per tutti…
Sono 750 mila infatti gli Italiani che oggi convivono con una malattia oncologica.
Ma la nota positiva c’è: il doppio degli attuali malati, ovvero un milione e 500 mila persone, ha vinto la battaglia e ricominciato a vivere.
Una diagnosi di tumore maligno, se effettuata precocemente, può infatti non essere affatto una condanna a morte come molti continuano a pensare, ma riportare nel giro di qualche anno ad una vita normale.
Si torna al lavoro quindi, a programmare quella crociera tanto sognata e a passare momenti indimenticabili con la famiglia: pochi di noi si chiedono però che effetto può avere sul fronte sentimentale e sessuale una malattia di questo tipo, anche se superata.
Quante insidie psicologiche si nascondono nel corpo e nella mente di chi ha visto la propria salute frantumarsi piano piano per poi risorgere? Migliaia. La medicina ha sì fatto passi da gigante per preservare la fertilità dopo tutte le cure che il cancro richiede, ma ad oggi sono pochi gli uomini e le donne che, superato il temibile ostacolo della malattia, tornano ad avere una vita intima appagante.
E se pensate a quanta difficoltà si faccia, perfettamente sani, a parlare delle proprie piccole problematiche a livello sessuale, immaginate che fatica deve fare chi di problemi non ne aveva mai avuti e si trova a dover combattere con dolore, secchezza vaginale, mancanza di desiderio, anorgasmia.
Si, perché mentre i problemi degli uomini sono perlopiù fisici e prevedibili (incontinenza e difficoltà nel raggiungere l’erezione vengono trattate di routine dopo un carcinoma prostatico), quelli delle donne vengono lasciati in disparte, considerati spesso solamente su base psichica e facilmente risolvibili in autonomia.
Non viene CHIESTO alle pazienti se la vita sessuale rechi loro dei problemi, o ci sia qualcosa che non va, si ASPETTA che la paziente si sbilanci a chiedere aiuto.
Il sesso è però un argomento ancora da molti considerato tabù, è quindi necessario e indispensabile che pazienti e medici trovino il coraggio di affrontare il discorso, eventualmente affiancandolo ad un percorso mirato di psicoterapia dato che i cambiamenti corporei dovuti alle cure possono essere estremamente pesanti dal punto di vista psichico.
Le soluzioni comunque ci sono e sono molte: cerotti e pomate a base di estrogeni per stimolare il desiderio, creme lubrificanti anche piuttosto piacevoli e soprattutto antidolorifici, dato che il problema peggiore è proprio il dolore durante il rapporto.
Tornare ad amare dopo un cancro si può, ci vuole “solo” tanto coraggio e un buon medico disposto a parlare e ad agire tenendo presente quanto sia difficile per tutti noi, parlare di sesso quando questo non funziona.
Erika Pompili