Alcuni vibratori sembrano dei giocattoli con forma da cartone animato e da animaletto, altri trasformano in modo ironico e fantasioso oggetti di uso comune, altri ancora sembrano oggetti di design, ergonomici, decorati e accattivanti.
Il risultato? Sempre più donne non lo ritengono più un tabù e vanno alla ricerca di un’esperienza vibrante, condividendo quanto imparato con amiche e partner.
Ma i vibratori, fanno bene o fanno male? Come nella maggior parte delle cose, la verità sta nel mezzo. L’utilizzo smodato di gadget erotici disturba la vita sessuale mentre invece la capacità di renderli uno dei tanti possibili piaceri con cui sperimentre, da soli o in compania, sono un ottimo modo per conoscere meglio il proprio corpo.
La storia del vibratore, ne è la conferma. Un bel film del 2011, Hysteria, ne ha raccontato l’evoluzione. La pellicola ambientata in Inghilterra durante l’epoca vittoriana racconta dell’invenzione del primo vibratore, nato in origine per curare l’isteria. Sì, un metodo per curare una patologia mentale è stato l’input per creare quello che noi adesso chiamiamo vibratore.
Sheridan Smith che interpreta Molly, detta anche Jolly Molly (qui sopra in foto in una scena del film) lo sperimenta con piacere contando in cinque minuti di stimolazione ben tre “vibrazioni positive”. Alla fine del film viene mostrato il grande successo di questo apparecchio, chiamato appunto Jolly Molly, in onore della prima sperimentatrice.
Si dice addirittura che una delle celebri acquirenti fosse la Regina Vittoria… E’ proprio vero, il vibratore si rivela un alleato reale delle donne.
Martina ZANGHI’
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