Perché hai scelto quel corso in particolare?
Ho sempre saputo che avrei voluto fare qualcosa di creativo. Prima di decidere per il design ho pensato alla moda e all’architettura. Ma non mi piace il mondo della moda e l’architettura mi sembrava un campo troppo complesso.
Gli obiettivi del mio design sono un mix di estetica, funzionalità, emozioni e temi sociali.
Dove e come realizzi le tue creazioni?
Nel mio piccolo studio che si trova in una strada tranquilla o nel mio appartamento.
Vivo in città, ma sono molto vicina alla natura. Spesso ascolto musica mentre lavoro.
Chi sono i tuoi designer preferiti e che tipo di design ti affascina?
Mi piacciono tanti tipi di design e di designers. Ho cominciato con il design quando ho scoperto i lavori di Verner Panton. Mi piace anche il lavoro di Patricia Urquiola, Jasper Morrison, dei fratelli Bouroullec, Scholten e Beijings… Adoro Hay e Muuto, il design giapponese e Paola Lenti. Quello che mi attira di più nei loro design sono i tessuti e i colori.
Che cosa ha ispirato la collezione Canevas?
Stavo cercando un modo per progettare attraverso l’utilizzo di materiali riciclati quando ho trovato delle strisce di feltro perforato. Le strisce venivano utilizzate per proteggere il pavimento dai graffi dei mobili ed erano state rimosse. Ho provato a metterle insieme per creare dei tappeti e da lì l’ispirazione di decorarli a punto croce.
Ne ho fatto uno di dieci metri per l’IMM di Colonia nel 2007 e ci sono volute 70 ore per finirlo.
Come hai scelto I colori della collezione?
Volevo rivisitare in chiave moderna la vecchia tecnica del punto-croce. Ci è voluto un pò prima di decidere.
Secondo te in quale tipologia di ambiente la tua collezione rende meglio?
E’ perfetta per tutti le situazioni. Mi piace vedere tutti I pezzi della collezione insieme in ambienti espositivi. In ogni caso tutti i pezzi sono perfetti per legare con gli altri elementi di arredo della casa. Adoro le rose sul muro perchè il concept è visibile da tutte le distanze ed è facile da toccare.
Cosa significa Canevas?
Canevas è il nome del tessuto con cui sto lavorando.
Come hai cominciato a lavorare con Gandia Blasco?
Li ho incontrati nel 2006 al Salone Satellite a Milano. Qualche anno dopo mi hanno detto di mandare loro qualche progetto e alla fine abbiamo cominciato a collaborare con la collezione Canevas.
Che cosa hai in mente per la prossima collezione?
Sto sempre sperimentando classiche tecniche in chiave moderna attraverso l’utilizzo di colori e soggetti contemporanei. Ci sono ancora tantissime tecniche che voglio sviluppare.
Stiamo anche pianificando una collezione outdoor.
Massimo Rosati, architetto e giornalista professionista – Design Street
[ Torna indietro... ]