Quando si hanno ospiti a pranzo la tentazione di apparecchiare la tavola con le posate “del servizio buono” è forte. Ma come fare se, tirate fuori dal cassetto, si rivelano macchiate, ossidate e poco lucenti?
Le posate, infatti, specie se antiche, tendono a presentare questi inconvenienti, ai quali però si può porre rimedio.
I trattamenti si differenziano in base al materiale. Ce ne sono in argento, Silver Plated, ovvero realizzate con un metallo poco nobile come rame o ferro e rivestite in argento, e Sheffield, cioè realizzate con un sistema di coperture di argento su rame ma più pregiata: per tutte queste l’operazione di pulizia non è veloce, ma riporterà il vostro servizio all’antico splendore.
Innanzitutto, la lavastoviglie è vietata: detersivi e alte temperature rovinerebbero irrimediabilmente le vostre posate. Quello che ci vuole è del sapone di Marsiglia a base di oli vegetali, con il quale potrete effettuare la prima pulitura, risciacquando con acqua tiepida e asciugando bene con un panno.
L’operazione successiva consiste nel passare bene tutte le posate con un batuffolo di cotone imbevuto di detersivo delicato per la pulizia dell’argento; poi lucidatele con un panno di lana e lavatele di nuovo con il sapone di Marsiglia. Ricordate però che se coltelli e forchette hanno il manico d’osso, questo non andrà pulito con il detergente per l’argento.
A questo punto le posate dovrebbero essere lucide e pronte per essere sfoggiate sulla tavola delle feste.
Molto più pratiche le posate in acciaio, che invece possono essere lavate in lavastoviglie. Per tirarle a lucido, magari per un’occasione importante, si possono immergere in una pentola di acqua bollente nella quale siano stati disciolti un paio di cucchiaini di bicarbonato, a fuoco acceso, per poi passarle sotto l’acqua fredda. Se una volta asciugate presentano ancora degli aloni, si possono passare con del succo di limone.
Come evitare che il problema si ripresenti in occasione della prossima cena con gli amici? Basta riporle con qualche accortezza: in apposite custodie, meglio se in cotone, oppure avvolte nella carta d’alluminio per alimenti.