Questo tipo di analisi non intende muovere le persone a diventare cattive nei confronti di chi gli ha venduto casa ma semplicemente vuole indurle ad acquisire i mezzi idonei che gli permettano di stabilire le qualità del prodotto edilizio, per poi eventualmente decidere tranquillamente di non comprare se questo è da ritenere scarso di contenuti e di comfort.
Nel settore abbigliamento si è molto più consapevoli e quando si compra da Zara, per esempio, invece che nella boutique del lusso, ci si rende conto che la non estrema qualità è bilanciata da un ottimo prezzo. Viceversa non può avvenire con la casa essendo l’impegno economico sempre cospicuo, paragonabile a quando si compra un prodotto di lusso.
Sarebbe meglio che la scelta condotta fosse molto attenta, cosa che purtroppo non succede in tutti i casi.
Ciò che trovo piuttosto paradossale è che la gente diventi al contrario molto attenta ed esigente nella ricerca delle dotazioni quando sceglie la struttura per le vacanze; illogico se si pensa che in albergo ci si riposerà giusto un paio di settimane.
Ci sono paesi nel mondo dove la creazione di un nuovo insediamento edilizio è colta dai progettisti in maniera molto più attenta e le esigenze delle persone che abiteranno quei luoghi sono il motore del “processo produttivo”. In certi casi vengono progettati anche condomini tematici dove, per esempio, se si pensa di dover aggregare anziani, questi troveranno nello stabile tutti i servizi di cui potrebbero avere bisogno, come l’infermeria o l’assistenza diurna e notturna.
Il processo progettuale di uno stabile dovrebbe essere più razionale e in armonia con le reali necessità delle persone, di conseguenza i tecnici dovrebbero analizzare in progressione: la città, poi il distretto e il condominio fino a giungere alla definizione anche dei più piccoli dettagli. Grazie a questo approccio, che definirei maniacale, è possibile arrivare a definire uno spazio idoneo dove ogni persona possa trovare respiro e qualità di vita.
Nel mondo ci sono città dove i costruttori sanno che non riusciranno a vendere nemmeno un appartamento se nel condominio gli inquilini non troveranno almeno la piscina, la palestra e il salone delle feste. Ragioniamo, dunque, su questi punti tutte le volte che avremo la sgradevole visione del vicino in ciabatte che stende i panni nel suo fazzoletto che chiama giardino, oppure quando varcheremo la soglia di un palazzo dove invece di una hall invitante, come negli alberghi, a fare da padrone saranno una triste scala in marmo scadente e la fredda porta dell’ascensore rivestita d’acciaio. Riflettiamo anche su quanto possa essere altrettanto ridicolo compiere manovre pressoché chirurgiche per entrare con i “gipponi” in questi minuscoli box che si preoccupano solo di rispettare i requisiti minimi di legge.
Belli questi che chiamano condomini!
Architetto Vittorio Siracusa, designer d’interni
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