Laura Sidoti, l’autrice, è una donna fuori dal comune: quarant’anni friulana, dopo un periodo come dipendente dell’ambasciata USA di Roma, presso il ministero della difesa,talvolta in missione sulle portaerei, ora insegna in una scuola elementare a Milano, ma soprattutto è la felice mamma di tre bellissimi ragazzi, tutti maschi.
Come nasce l’idea del libro?
Come sempre, nasce da un’esigenza personale, nonostante la mia formazione (è laureata in scienza della formazione N.d.r.) mi trovavo spiazzata e in forte imbarazzo quando i miei figli mi ponevano domande che spaziavano dalla classica “ma esiste davvero Babbo Natale” a quelle sui massimi sistemi “Che faccia ha Dio?”, per cui ho pensato a come sarebbero stati impreparati quei genitori che avevano formazioni differenti.
Certo però che di libri di pedagogia ne sono stai pubblicati a migliaia, non hai pensato che sarebbe potuto essere un doppione?
I testi che ho consultato non mi hanno soddisfatto appieno, a parte i testi scientifici incomprensibili ai più, non ho trovato una risposta che mi convincesse così ho buttato giù delle idee ed ho pensato che sarebbe stato utile avere un manuale facilmente consultabile. E’ un testo che non ha pretese di insegnamento alcuno, ma che aiuta a togliersi dall’imbarazzo.
In linea generale che cosa ti senti di dire ai genitori che si trovano a dover rispondere a domande per così dire difficili?
Beh naturalmente che si deve rispondere, in maniera precisa, ma circostanziata, che i bambini si aspettano risposte piuttosto brevi, ma esaustive. Può capitare che durante la crescita dei bambini le stesse domande vengano riproposte, perché le risposte che erano state sufficienti prima ora devono essere integrate ed è compito del genitore ripetere ed integrare con santa pazienza e, dove non basta la creatività può bastare la metafora.
Quali sono le domande più difficili che ti hanno posto i tuoi figli?
Ogni domanda può essere difficile o facile, a volte mi sembrerebbe più semplice spiegare loro la legge di gravità che rispondere a domande del tipo “vuoi più bene a me o al fratellino?” Ciò che è fondamentale ricordare, però è che un buon genitore non deve per forza dare sempre tutte le risposte corrette, deve dare, questo sì, sempre una risposta.
Silvia GALLI
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