Parlare di certificazione energetica significa toccare un tema di grande attualità ma significa anche toccare un tasto dolente del mercato immbiliare. Non molti infatti sono a conoscenza sulle norme che regolamentano la certificazione e soprattutto a chi rivolgersi per effettuare tutte le fasi nel pieno rispetto della legge.

M facciamo un passo indietro. Cos’è la Certificazione energetica (ACE) e a cosa serve? Questo documento serve a indicare l’efficienza o il rendimento energetico degli edifici secondo dei criteri standard determinati dalle direttive europee. L’obiettivo è quello di avere un’idea generale dello stato di salute degli immobili per cercare di renderli sempre, ed il più possibile ambient friendly.

Fino a qualche tempo fa era prevista una autocertificazione attraverso la quale era possibile dichiarare in automia lo stato energetico della propria abitazione. Molto spesso infatti era possibile dichiarare, senza l’ausillio di periti, la peggiore prestazione energetica sul mercato ovvero la classe G. A seguito della pubblicazione della norma sulla Gazzetta ufficiale, nel dicembre scorso, la musica cambia, non è più possibile fare da soli ma bisogna necessariamente affidarsi a degli specialisti.

Qualora un proprietario di una casa decida di mettere in vendita o in affitto la propia abitazione deve rivolgersi al certificatore energetico. E’ necessario un sopralluogo in cui il perito è tenuto a visionare tutti gli impianti presenti in casa, il loro stato di conservazione e il loro funzionamento.

La Certificazione energetica comprende la visione dell’impianto di riscaldamento (comprensivo di libretto), dell’impianto idrosanitario e se ci sono anche degli impianti di energia rinnovabile come i pannelli solari.

Una volta effettuato il sopralluogo e raccolte tutte le informazioni sugli interventi effettuati nell’edificio, il certificatore energetico sarà in grado di redigere la pratica. Il prezzo indicativo va da 300 a 400 Euro.

C’ è però un’incognita. Le autoicertificazioni rese valide nell’ultimo anno saranno ritenute idonee? A questo interrogativo stanno lavorando il Ministero dello Sviluppo economico e le singole regioni che tra l’altro utilizzano delle metodologie differenti da zona a zona.

Non resta che attendere nuovi sviluppi e, che la classe (energetica) non è acqua, è una ulteriore conferma.

Martina ZANGHI’